11 Luglio 2020
09:32
La crepa nella felicità. Recensione di “Giorni felici” de Gli Illegali
ALESSANDRIA – E’ bello il chiostro di santa Maria di Castello di sera, quando si intravede il campanile romanico illuminato attraverso i rami, la città rimane all’esterno e si entra in una dimensione dove tutto è bello e curato. In questo angolo fuori dal tempo, che un po’ di pioggia (persino ristoratrice) non ha turbato, è andato in scena, venerdì 10 luglio, il terzo appuntamento della rassegna “Quattro spettacoli li facciamo!” organizzata dalla compagnia Gli Illegali e associazione BlogAl, nell’ambito del progetto Borgo del Teatro, sostenuto dalla fondazione SociAL. “Giorni felici” il titolo dello spettacolo, firmato da Massimo Brioschi e da lui diretto con Luigi Di Carluccio e Roberta Ponticello.
La felicità (ma in senso ben più caustico che idilliaco) è stata oggetto anche delle letture di brevi racconti, sempre di Brioschi, che hanno preceduto lo spettacolo. “Le giaculatorie”, si è autobattezzato il gruppo dei lettori, proprio come le orazioni in nome dei santi, ma anche come le imprecazioni nei momenti di rabbia, ha spiegato Di Carluccio. E così, nell’improbabile felicità di vivere in una città dove il traffico automobilistico non ha freni e gli eventi culturali latitano, lo stato d’animo si è adeguato al paradosso, giusto per l’inizio di “Giorni felici”.
Tre protagonisti, ugualmente concentrati su se stessi e a loro modo felici, ma inconclusi e inconcludenti, parlano di sé, sempre separati in loro singoli mondi; si incrociano e non si incontrano mai. Non si presentano con dei nomi, sono “tipi” sociali che riflettono l’incomunicabilità a vari livelli, in forme solo apparentemente diverse e sempre paradossali. E’ paradossale il rapporto di coppia descritto da Monica Lombardi, con un fidanzato che non si accorge di essere lasciato e ripreso. Si ride al suo racconto disarmato della presupponenza di un’amica arrogante e vanagloriosa, ma tutto poi si concentra nell’ammissione di non saper ascoltare e di ricondurre ogni discorso a sé. E’ lo stesso egocentrismo della protagonista superficiale, emotiva e un po’ fricchettona interpretata da Elisabetta Puppo. La sua felicità ostentata e immotivata contrasta con i fatti e con i sentimenti altrui, le sue azioni rispondono a tattiche infantili e sortiscono incomprensioni. I monologhi spiccano per considerazioni che mancano di attenzione verso tutto e tutti. L’attenzione manca completamente al personaggio maschile di Antonio Coccimiglio. E’ brutale e macchiettistico il suo meccanico appassionato di calcio e annoiato dalle pretese culturali della fidanzata, ma è anche il più schietto, quando dichiara che “bisogna essere distratti” per sopportare il rapporto di coppia. Così la Gazzetta dello sport diventa un anestetico, necessario a tollerare un dialogo fastidioso e da evitare il più possibile.
“I miei giorni felici li ho passati con te” cantava una vecchia canzone, ma la felicità può essere una costruzione mentale molto lontana dalla realtà, sino a che una crepa non la mette in dubbio. E’ da questa crepa che si intravede la verità sotto gli stereotipi ed è un vuoto inquietante.
Veramente tanti spettatori al chiostro, ben distanziati e in sicurezza, grazie ad un’organizzazione rispettosa delle regole e di un luogo felice (questo sì, senza ironia), messo a disposizione dal Chiostro Hostel and Hotel.
La rassegna “Quattro spettacoli li facciamo!” termina venerdì 24 luglio con “RivelaCovid”, spettacolo itinerante de Gli Illegali lungo le arcate del chiostro di Santa Maria di Castello in due repliche, alle 21 e alle 22. L’ingresso è gratuito, ma è necessaria la prenotazione sul Sito web: www.illegali.it/prenota opp al Tel. 3351340361 anche WhatsApp o alla Email: info@illegali.it.