17 Luglio 2020
08:04
Oggi è venerdì 17: perché (erroneamente) si pensa porti sfortuna
ALESSANDRIA – Sì, oggi è venerdì 17. Uno di quei giorni che ha fama per essere tra i più sfortunati di tutto l’anno. Ma perché è stata scelta questa abbinata? Prima di tutto l’aura di sfortuna attinge le sue radici nella religione cattolica. Venerdì è il giorno della settimana della morte di Gesù Cristo sul Golgota, mentre il 17 è la data del diluvio universale.
Nell’antica Grecia i pitagorici disprezzavano il numero 17 poiché si trovava fra il 16 e il 18, due numeri considerati la pura rappresentazione dei quadrilateri 4×4 e 3×6. Nel Medioevo e in epoca tardo-romana il 17 era vittima dell’ormai famoso anagramma – poiché si scriveva con numeri romani XVII – VIXI ovvero vissi, cioè sono morto, che veniva scritto sulle lapidi. Nella cultura latina, invece, il 17 fa riferimento alla tragica battaglia di Teutoburgo, avvenuta nel 9 d.c., dove i romani si scontrarono con i germani di Erminio riportando l’annientamento di ben tre legioni.
Ma venerdì 17 è davvero una data così sfigata? Decisamente no. Tanto è vero che questa è una superstizione tipicamente italiana e non riscontrabile in altre realtà europee o mondiali. Nel mondo si ritrovano infatti altre date e altri numeri considerati negativi: nei Paesi anglosassoni a far tremare le vene e i polsi – come direbbe il sommo poeta Dante – è venerdì 13, mentre in Spagna, Grecia e in Sudamerica il giorno sfortunato è martedì 13.