24 Luglio 2020
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L’esempio della Magna Via Francigena: un cammino che regala la bellezza genuina della natura, dei paesi e dei suoi abitanti
SICILIA – Il bello di un cammino è guardarsi indietro e scoprire quanta strada hai fatto, quella che poco tempo prima pensavi di non poter mai nemmeno affrontare. Nello zaino poche cose essenziali, negli occhi invece un pieno di bellezza e un bagaglio di esperienze che non si perderanno più. Uno dei percorsi più suggestivi che vi consigliamo è quello che potete affrontare in Sicilia con la Magna Via Francigena. Nato nel 2017 il cammino oggi è meta di molti turisti, anche stranieri. Genuino, sincero e affascinante parte da Palermo per raggiungere Agrigento: 187 chilometri in mezzo alla natura, ripercorrendo le strade battute dagli antichi greci e utilizzate poi dai tanti popoli che hanno dato vita a una regione splendidamente multiculturale come la Sicilia.
Ve ne parliamo per la bellezza di questo percorso ma anche per la capacità di far percepire il valore anche di luoghi meno conosciuti, grazie a uno sforzo collettivo. La Magna via francigena è esplosa per merito di una serie di comitati locali straordinariamente vitali ed è oggi protetta anche dai tanti cittadini dei paesi attraversati dal cammino. Sono loro a dare spesso spontaneamente, informazioni e consigli a chi si avventura lungo il percorso con lo zaino in spalla. Questa disponibilità generosa è allo stesso tempo un commovente mix di amore per la propria terra oltre che un gesto di attenzione nei confronti di chi ha scelto di scoprire un luogo rimasto sconosciuto troppo a lungo. Una apertura incondizionata che rappresenta la prova più tangibile del valore dell’accoglienza e dei benefici che può portare. Oggi la Magna via francigena è meta di centinaia di turisti ed è già inserita nei dieci cammini più belli da fare in Italia secondo il Guardian. Questo cammino inoltre ha reso i cittadini che abitano nei paesi collocati lungo l’itinerario dei veri e propri ambasciatori di una terra solare, dimostrando come la conoscenza del luogo in cui si vive e l’orgoglio di far parte di una comunità possano essere un grande veicolo di conoscenza e attrazione.
Si parte da Palermo, città dalle tante facce, un esempio lampante della ricchezza prodotta dagli scambi, culturali ed economici. Sontuosa con i suoi palazzi reali o l’imponente cattedrale, schietta come i suoi mercati, Vucciria e Ballarò, Palermo è un insieme di nobiltà e semplicità, un luogo da scoprire a piedi grazie a un centro storico quasi completamente pedonale. Il cammino poi procede verso Monreale e la sua cattedrale scintillante, fatta erigere da Guglielmo II e prima ancora che fosse finita edificio di cui il mondo parlava. Oggi è patrimonio Unesco.
Lo sfarzo del capoluogo a questo punto si allontana e si entra nel cuore della Sicilia. Si percorre la piana degli albanesi, nome assunto per la presenza di una forte comunità di quel paese, per poi arrivare a Santa Cristina di Gela, terra dei cannoli siciliani per la presenza di preziosi allevamenti di pecore, utilizzate per produrre la ricotta, destinata a riempire le cialde croccanti del dolce tipico siciliano.
La seconda tappa si arrampica nell’entroterra per arrivare a Corleone. Il paese dalle “cento chiese“, tristemente noto per i trascorsi legati alla mafia, oggi è una comunità orgogliosa in cui potrete percorre il cammino della legalità, coltivato dalle giovani generazioni che vogliono cancellare un passato scomodo, come dimostra il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia del Movimento Antimafia. Tra trazzere e campi di grano, biondi d’estate e verdi in primavera e perfino d’inverno, la terza tappa conduce al paese presepe di Prizzi con i suoi vicoli minuscoli e i labirinti di scale che svelano angoli d’altri tempi. Un paesaggio che si accende di minuscole luci di notte regalando un panorama silenzioso e brillante. Il viaggio prosegue in un paesaggio rurale fatto di campi sterminati, sussulti della terra che regalano improvvisi rilievi quasi dolomitici, chiese splendidamente essenziali o paesi, come Racalmuto, che parlano di storia e letteratura in cui troverete ancora un Leonardo Sciascia di bronzo che “cammina” nella strada principale. Un paesino delizioso costellato di frasi e luoghi dedicati al grande scrittore che raccontano come sia cambiato tutto per non cambiare niente, citando una frase di un altro scrittore siciliano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il percorso finisce dall’altra parte della regione, ad Agrigento, la vecchia Girgenti di Pirandello, accoccolata su una collina con il suo sguardo sul mare e, leggermente più su, sul proprio passato greco, la Valle dei templi. Con alle spalle quasi 200 chilometri e davanti un racconto di oltre 2mila anni prima si chiude una via imperdibile in cui incontrerete, come è accaduto a noi, molti siciliani pronti ad accompagnarvi e a divenire subito amici e compagni di cammino. E forse questa è la prova più tangibile del valore di un cammino che nasconde un miscuglio di bellezze sincere. Se avete una settimana non esitate, camminate, spalancate gli occhi, mettete un passo dopo l’altro e poi rinfrancatevi con i piatti generosi e orgogliosi dei ristoratori che investono tempo e arte culinaria a beneficio di camminatori e pellegrini che forse non ritroveranno più, ma che torneranno a casa con uno zaino pieno di ricordi da consegnare al prossimo. Il regalo che si possa fare alla Sicilia e , in verità, a tutta l’Italia.
Le info sul cammino:
Pagina facebook Magna via francigena