24 Luglio 2020
10:59
Sgominata banda delle aree di servizio: auto di lusso “ripulite” grazie a un congegno che le lasciava aperte
OVADA – Attraverso un sofisticato congegno, il “jammer”, che inibiva la chiusura centralizzata delle portiere quattro uomini dai 28 ai 52 anni erano più volte riusciti a rubare soldi ed effetti personali di ignari automobilisti, in diverse aree di servizio autostradali del nord Italia, compresa la provincia di Alessandria. A far scattare le indagini della Sottosezione della Polizia Stradale di Ovada e dei colleghi di Genova Sampierdarena era stata la denuncia di un cittadino francese. Ad aprile del 2019 l’uomo aveva parcheggiato la sua Lamborghini nell’autogrill Stura Est e, con questo stratagemma, è stato derubato dei soldi, documenti e vestiti, per un totale di 21 mila euro.
“Un lavoro di indagine sofisticato, complesso e brillante” ha sottolineato il Procuratore della Repubblica di Alessandria Enrico Cieri nel commentare l’attività degli agenti. Qualche giorno fa due componenti della banda sono stati arrestati e condotti ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. Si tratta di Arsim Durmishaj, 32enne originario del Kossovo, residente in provincia di Lodi e di Eraldo Simonaj, 28enne albanese residente a Carrara. Gli altri due, un 52enne originario del Kossovo e un 33enne albanese, sono stati denunciati. Tutti e quattro dovranno rispondere di furto aggravato.
In tutto i quattro hanno rubato soldi e beni per un totale di circa 60 mila euro. Nel loro mirino finivano gli automobilisti a bordo di veicoli di pregio: Lamborghini, Bmw, Chevrolet, Porsche.
Il modus operandi dei quattro ormai era consolidato: mentre uno di loro seguiva la vittima all’interno dell’autogrill per controllare i suoi movimenti gli altri, dopo aver azionato il “jammer”, il congegno che annullava l’effetto del telecomando, poi aprivano le portiere e rubavano “a colpo sicuro”.
“Per questo motivo consigliamo vivamente a tutti gli automobilisti di assicurarsi che la propria auto sia effettivamente chiusa” ha sottolineato la dirigente della Polizia Stradale Deborha Montenero.
A rendere ancora più complessa l’indagine della Polizia Stradale, tra la visione dei filmati delle videocamere di sorveglianza e pedinamenti, anche il fatto che il jammer era stato nascosto e perfettamente mimetizzato nel vano motore della loro auto e veniva attivato attraverso una posizione particolare del cambio.