29 Luglio 2020
08:01
Regole ferree, paura e disponibilità economica: perché le discoteche sono in difficoltà
ALESSANDRIA – Non è una novità che le discoteche – e in generale i locali notturni – siano tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19. Questo nonostante la morsa delle restrizioni, dal 18 maggio in avanti, si sia lentamente allentata. Eppure lo stato di sofferenza delle aziende del ‘divertimento’ non sembra trovare al momento rimedio. “Se le cose non dovessero cambiare dal punto di vista della presenza delle persone e, di conseguenza, degli introiti, molti di noi saranno costretti a chiudere“, ha spiegato il presidente provinciale dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, Mike Patitucci.
Ma quali sono gli elementi che determinano questa brusca frenata nel mondo delle discoteche e delle sale da ballo? Tanti i fattori che concorrono al calo dell’afflusso di pubblico. “In primis ci sono le difficoltà da parte dei gestori nel far rispettare direttive a tratti assurde. Premetto che noi come Silb-FIBE riteniamo che le regole siano fondamentali, sopratutto in un periodo di pandemia come questo, e debbano essere rispettate per il bene dell’intera comunità. Contestiamo al contrario le modalità di comunicazione e la loro difficile messa in atto“, ha aggiunto Patitucci. Le sale da ballo e le discoteche hanno infatti aperto, “seppur solo nell’area estiva e all’aperto“, con norme piuttosto stringenti.
Il mantenimento del distanziamento sociale, i balli di coppia (dove il contatto è più che evidente) solo tra congiunti, l’utilizzo della mascherina nel caso in cui la distanza interpersonale di almeno un metro sulla pista da ballo non sia rispettabile, il contingentamento degli ingressi. “Insomma regole ferree, le quali non vengono sempre fatte rispettare da molti gestori, che in parte cozzano con il concetto di divertimento tipico dei locali notturni“. A questo si aggiunge la paura dell’eventuale contagio da parte di una fetta di pubblico, specialmente di età medio-alta, che solitamente frequentava le sale da ballo. “In questi mesi, soprattutto in provincia di Alessandria con il caso Cometa, è stata fatta una campagna discriminatoria nei confronti delle discoteche. Un po’ come se fosse causa di questi locali e di chi li frequenta se il Covid-19 si è diffuso nel nostro Paese“, ha tenuto precisare Patitucci.
Questo sentimento di timore non si riscontra nelle fasce d’età più giovani vogliose, dopo i mesi di lockdown, di riappropriarsi della loro vita e di una normalità che per un lungo periodo sembrava estremamente lontana. Ma sono anche quelli con minore potere di acquisto. Scarseggiano quindi le fasce d’età in fase lavorativa o in pensione. “La mancanza di una clientela in fascia anagrafica medio-alta non è da sottovalutare. Soprattutto perché evidenzia lo stato di crisi economica di un intero Paese. Molti lavoratori sono stati messi in cassa integrazione con tutto quello che ciò ha comportato“. Insomma, la speranza dei gestori di discoteche e sale da ballo è che tutto possa tornare tutto come prima nel minor tempo possibile. “Ne va della nostra sopravvivenza“.