21 Agosto 2020
12:58
L’infettivologo Chichino: “West Nile Virus? La cura migliore è la prevenzione”
ALESSANDRIA – È stato riscontrato ad Alessandria il primo caso piemontese del 2020 di contagio accertato da virus del Nilo Occidentale. Una notizia che, in periodo di pandemia da Covid-19, ha subito destato preoccupazione nella popolazione. Per far maggiore chiarezza su questa malattia dal nome così esotico ci è venuto in aiuto Guido Chichino, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Alessandria.
Che cosa è il West Nile Virus?
Si tratta di un virus scoperto sul finire degli Anni ’30 in Uganda. Nel tempo ha portato diverse epidemie poi nelle zone del versante occidentale del fiume Nilo. È un virus di quelli che danno problemi sistemici di tipo influenzale e in alcuni casi possono dare problemi neurologici anche importanti.
Come si è diffuso in Italia?
Storicamente è stato trasportato fuori dall’Africa attraverso i voli transoceanici degli uccelli migratori. Paradossalmente le prime segnalazioni di contagi al di fuori del Continente africano sono state a New York. Poi il virus è arrivato successivamente in Europa. Questo ci fa capire come siano stati gli uccelli a trasportarlo in giro per il mondo durante le loro migrazioni.
Come si trasmette?
Il veicolo di trasmissione del virus è sostanzialmente la zanzara culex (zanzara comune, ndr), mentre il serbatoio animale sono soprattutto gli equini e in particolare il cavallo. Questo non vuol dire che sono più a rischio le persone che hanno a che fare con i cavalli. Allo stesso tempo, verosimilmente, le zanzare che circolano attorno ai maneggi possono essere più infestanti di altre.
Il West Nile Virus si può trasmettere da uomo a uomo?
La trasmissione da uomo a uomo non avviene, può esserci la trasmissione durante il concepimento dalla mamma al bambino. Altro problema, soprattutto dal punto di vista economica, è legato alle donazioni di sangue. Ogni qualvolta si verificano contagi c’è l’obbligo per legge di testare tutto il sangue dei donatori per escludere eventuale contagio ed evitare così la possibilità di contagio attraverso una trasfusione.
Si guarisce da questa malattia?
Assolutamente sì. Nella stragrande maggioranza dei casi non ci si accorge nemmeno di aver avuto la cosiddetta febbre del Nilo. A volte viene semplicemente scambiate per una banale influenza estiva con sintomi leggeri. In una piccolissima percentuale di casi si ha una forma grave che può provocare anche la morte. L’eventuale forma acuta non è data di per sé dalla gravità del virus quanto piuttosto dalla gravità delle condizioni pregresse di salute del paziente. Se il virus colpisce persone particolarmente defedate a causa di un quadro clinico importante, allora può sfociare in Encefalite portando purtroppo anche alla morte.
Esiste una cura?
Una cura vera e propria non esiste come non esiste un vaccino. Ecco che la prevenzione risulta essere l’arma migliore in questo senso. Soprattutto contro le zanzare, attraverso trattamenti per debellarle. Importante anche nel singolo soggetto: se non siamo immunodepressi o abbiamo patologie gravi non ci dobbiamo preoccupare sempre senza sottovalutare le sintomatologie che presentiamo.