Autore Redazione
sabato
29 Agosto 2020
05:30
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Cronaca - Casale Monferrato

A San Giorgio Monferrato polemiche sul Codice etico ‘nostalgico’ del sindaco: “Ma i Balilla non c’entrano”

A San Giorgio Monferrato polemiche sul Codice etico ‘nostalgico’ del sindaco: “Ma i Balilla non c’entrano”

SAN GIORGIO MONFERRATO – Un acceso dibattito, incentrato su un elenco di 12 punti, ha visto recentemente uno scontro ideologico e dialettico tra la maggioranza e la minoranza del Comune di San Giorgio Monferrato. E se la prima si è nettamente schierata a sostegno del sindaco, la seconda al contrario non ha tardato a manifestare il proprio totale disappunto circa la forma e il contenuto del testo ideato e scritto da Pietro Dallera, primo cittadino del paese collinare.
Nel quarto numero di San Giorgio News, il “notiziario realizzato dal Comune di San Giorgio Monferrato” (così come la pubblicazione si autodefinisce)  consultabile gratuitamente scaricando il file in formato pdf dalla pagina Facebook News ed eventi a San Giorgio Monferrato, il decalogo a firma del sindaco ha attirato l’attenzione di molti cittadini.

Nell’ottava e ultima pagina di questo giornalino, infatti, è presente il Codice etico del sindaco di San Giorgio Monferrato. Nell’elenco redatto da Pietro Dallera, primo cittadino nonché ex professore liceale e dirigente scolastico ora in pensione, infatti sono stati rintracciati elementi di stampo nostalgico del Ventennio fascista. Similitudini piuttosto marcate ma che si associano anche a un altro decalogo: quello del Codice etico dei cavalieri di cui si trovano riferimenti su alcuni blog nel web seppur senza una vera e propria bibliografica. Sull’accaduto ha voluto intervenire anche Teresa Zaccone, consigliere di minoranza della lista civica Diamo Vita a San Giorgio.

A prescindere dalle evidenti analogie del ‘Codice etico del sindaco’ con ‘Il Decalogo del Balilla’ del 1929, alcuni punti sono dei veri copia-e-incolla! La cosa è quantomeno preoccupante e i sangiorgesi non hanno bisogno di frasi fatte che grondano moralismo e rischiano addirittura di cadere nel patetico“, spiega Teresa Zaccone. “Nel decalogo si leggono frasi come ‘Mantieniti attivo, forte e in buona salute’. Dallera forse non sa che un buon amministratore non si riconosce dalla sua forma fisica quanto piuttosto dal suo operato. Gli statunitensi lo ricordano bene con l’esempio del loro 32esimo Presidente, Franklin Delano Roosevelt, che era costretto su una sedia a rotelle“, aggiunge la consigliera d’opposizione. Per poi concludere: “Ogni individuo, non solo un amministratore, in cuor suo sa che principi quali l’onestà, il rispetto, la giustizia, la cortesia sono i cardini su cui fondare la propria etica comportamentale. Oltre a tutto ciò, un buon sindaco, nell’anno 2020, deve soprattutto essere in grado di interagire con gli altri amministratori del territorio, promuovere iniziative finalizzate allo sviluppo e alla crescita del territorio stesso, possibilmente con la massima attenzione a bandi per contributi a fondo perduto che ne permettano l’attuazione senza pesare sulle tasche dei propri contribuenti“. Polemica, questa, che non ha trovato impreparato Pietro Dallera.

Cosa replica a chi paragona il suo Codice etico al Decalogo Balilla?
Non vedo molte analogie. Questo è il mio parere, questo è il mio decalogo. La minoranza può dire quello che crede. Ma io resto di questa idea. Posso dire che non ho preso spunto né dai Balilla, né da nessun altro. Io sono stato decorato sia in Francia, sia in Italia e ritengo che questo sia la cosa principale“.

Decorato con quale onorificenza?
Lei lo sa che sono uno che è Cavaliere della Repubblica, eh? E faccio parte delle Palme Accademiche (onorificenza francese, ndr). Ho ben quattro lauree“.

Ma questo cosa c’entra con il decalogo?
“Semplicemente ritengo che chi è alle istituzioni debba, in un certo senso, essere diverso dagli altri. Dare l’esempio, insomma. Poi, ognuno fa quello che crede. Mi si dà del Balilla? Io non ero un Balilla. Però sono un uomo anziano, un uomo che ha una visione della vita ben delineata. Io non ho un’aderenza politica, quindi effettivamente vado d’accordo con tutti.

Ma cosa risponde all’opposizione?
Semplicemente che io cerco di fare le cose nel modo migliore possibile, poi naturalmente la minoranza, che un tempo era maggioranza insieme a me, ora deve attaccarmi a prescindere. Deve capire che a me non interessa fare il sindaco, fare il consigliere, fare altre cose. Io cerco di comportarmi nel modo migliore. Poi, può darsi che sbagli anch’io. Però io son sempre presente e anche quando lavoravo ero sempre presente. Ho fatto il sindaco in due paesi. Sono l’unico che è riuscito a fare il sindaco in due paesi: sia il mio, sia il paese di mia moglie. Io non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Sono una persona che valuta le cose quando le vede fatte“.

Ma lo scritto riprende, almeno in parte, il decalogo del 1929?
No, quello che trovate sul giornalino è un decalogo che io mi sono dato. L’ho scritto e provo quotidianamente a osservarlo. Questo a prescindere dal fatto che sono sindaco. Lo seguirei anche da privato cittadino“.

Quindi se domani decadesse da sindaco lei continuerebbe con il suo Codice etico…
È il mio decalogo. È una cosa che sento mia e faccio. Poi ognuno la pensi come vuole. Io faccio il sindaco con il compito di fare bene per il mio paese e per la popolazione. Vorrei che con la minoranza, invece di attaccarmi, ci fosse più collaborazione. Per me sono degli amici. Io non sono né un Balilla né altro. Sono una persona che prova giornalmente a fare del suo meglio per migliorarsi e dare una mano al mio paese“.

A supporto del sindaco sono intervenuti anche Massimo Lavagno, vicesindaco, ed Enrico Escher, assessore, del Comune di San Giorgio Monferrato. “Il mio principio, come quello di buona parte dei consiglieri di maggioranza di questo comune, è quello di parlare poco e cercare di fare tanto, ultimamente aggiungerei anche di scrivere poco, in quanto il più delle volte la gente fraintende. Purtroppo mi sono reso conto che nelle amministrazioni pubbliche è più facile fare tante parole che opere utili per la nostra comunità. Noi stiamo cercando con molta difficoltà di colmare i problemi del nostro piccolo paese“, spiega Lavagno. “Sul sindaco e il suo codice etico ritengo abbia scritto delle belle parole, ma alla fine sono i fatti che contano, e comunque sono frasi non appropriate ai problemi che siamo costretti ad affrontare quotidianamente in questo periodo storico“.

Anche l’assessore, Enrico Escher, pur non condividendone la forma, appoggia il pensiero di Dallera: “Penso che il codice del Sindaco seppur un pochino retorico ed arcaico contenga principi inconfutabili. Sinceramente non trovo nulla che possa suscitare disappunto. Forse le citazioni a Dio, oggi ad alcuni, sembrano inopportune, così come l’enfatizzazione del concetto di Patria. Nel complesso direi che non lo avrei scritto in questi termini ma ne condivido i valori“.

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