6 Marzo 2015
17:50
Zuccherificio “taglia” 210 aziende produttrici di barbabietole del territorio. Perso indotto da 5 milioni di euro
PROVINCIA – Duro colpo per 210 aziende dell’alessandrino e astigiano produttrici di barbabietole. I vertici dello zuccherificio di San Quirico (Parma) hanno infatti deciso di rinunciare alla fornitura delle imprese del territorio a causa dei costi di trasporto ritenuti troppo elevati dall’azienda emiliana. Una strategia industriale, ha sottolineato la Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, che si traduce in una perdita di 5 milioni di euro per il bacino delle due città. Un’area storicamente eccellente presidio per il Piemonte e una coltura di pregio per la provincia di Alessandria (soprattutto per le zone di Castelnuovo, Tortona, Gamalero e pianure limitrofe). Per fronteggiare la dichiarata perdita di 10 milioni di euro, i vertici dello zuccherificio hanno infatti deciso di eliminare i fornitori che escono dal raggio di 110 chilometri dallo stabilimento di San Quirico per abbattere le spese di logistica. Un costo che per Alessandria e Asti, distanti tra i 140 e 120 chilometri, ammonterebbe a circa 500 mila euro. A nulla, purtroppo, è valsa la disponibilità degli agricoltori del territorio a diminuire il costo a tonnellate della barbabietola. La decisione, irrevocabile, è stata comunicata pochi giorni fa e la richiesta di intervento alla Regione Piemonte da parte delle associazioni di categoria non è valsa a nulla. Mercoledì scorso si è svolto infatti l’incontro in Regione Piemonte, a Torino, con l’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero per una concertazione che ha riunito associazioni di categoria (Cia, Confagricoltura, Coldiretti e Consorzio Nazionale Bieticoltori) e parte industriale, ma la politica non è riuscita ad aiutare gli imprenditori agricoli piemontesi tagliati fuori dal nuovo piano economico dello zuccherificio.
“Dopo la vicenda dello zuccherificio di Casei Gerola è andata persa anche questa opportunità per una coltura di prestigio non solo locale – ha commentato Paolo Viarenghi, produttore e rappresentante sindacale Cia Alessandria, presente alla riunione in Regione -. La speranza è riuscire reimpiegare la produzione di barbabietola a fine energetico, per il biogas. Comunque si tratta di un’enorme difficoltà da superare per gli imprenditori alessandrini e astigiani”.
“Si chiude definitivamente un’epoca – ha evidenziato Carlo Ricagni direttore Cia –; la barbabietola da zucchero, che aveva dato ricchezza all’agricoltura alessandrina, non sarà più seminata e raccolta nella nostra provincia. Un pezzo di storia, di ricordi, ma principalmente di redditi di cui le nostre aziende dovranno fare a meno.”