7 Settembre 2020
06:22
Suicidio: quel dolore silenzioso che cresce in provincia di Alessandria
ALESSANDRIA – In Italia, ogni anno, circa quattromila persone decidono di togliersi la vita. Una tragedia silenziosa e costante che riguarda da vicino anche il nostro territorio. Una tragedia che affonda le sue radici spesso nella solitudine sociale, nella difficoltà di superare e approcciarsi nel modo giusto a un problema, allo stress per la situazione occupazionale e molti altri fattori.
Secondo i dati pervenuti alla Centrale Operativa del 118 di Alessandria, e che riguardano la nostra provincia e quella di Asti, negli anni c’è stata una leggera crescita dei tentativi di suicidio nella popolazione. Si è passati dai 91 casi del 2015, il dato più basso, ai 134 del 2019. Dati comunque parziali e che non tengono conto delle minacce di suicidio, dirottate dal Numero unico di emergenza 112 alle Forze dell’Ordine, e a coloro che sono riusciti nel loro intento di togliersi la vita. In quest’ultimo caso, infatti, non interviene il 118 ma bensì il medico necroscopo o quello di famiglia per constatarne il decesso.
Entrando nel dettaglio il 2013 ha visto 114 tentativi di suicidio. Una tendenza in calo nel 2014 con 96 casi che si è confermata anche l’anno successivo (91). Dal 2016 sino a oggi coloro che hanno provato a togliersi la vita sono leggermente cresciuti. Si è passati dai 101 del 2016, ai 104 del 2017, ai 109 del 2018, sino ai 134 del 2019. Un trend in aumento, seppur minimo, che si sta registrando anche quest’anno. Dal 1 gennaio al 31 luglio 2019 sono stati soccorsi 69 pazienti, mentre dall’1 gennaio al 31 luglio 2020 i tentativi di suicidio per cui è intervenuto il 118 sono stati 73.
“In questi anni si ha avuto sicuramente un aumento ma non così significativo per i dati statistici. Certamente questo è un dato che bisogna tenere sotto controllo“, spiega il dottor Giovanni Lombardi, responsabile della Centrale Operativa del 118 di Alessandria. “Nel tempo analizzato, oltre che in questo ultimo periodo a causa del Covid-19, la popolazione ha subito un sempre maggiore stress sociale. Una condizione che ha colpito l’intera popolazione“. Sul coronavirus come fonte principe dei tentati suicidi del 2020 però il dotto Lombardi predica calma: “Sicuramente è stato un evento eccezionale e di una portata importante ma non è di certo questa l’unica causa scatenante di comportamenti psichici e psichiatrici di tale entità“. Tanto è vero che nel primo semestre del 2019 a confronto con quello del 2020 i tentativi di suicidio sono stati 4 in più.
Questi gesti estremi possono colpire tutti. “La fragilità psicologica del soggetto che commette questo gesto deve sempre essere tenuta in considerazione. In questo senso, a mio modo di vedere, i giovani sono tra i soggetti più a rischio a causa di una società che oltre a non tutelarli non li educa adeguatamente ad affrontare gli ostacoli e i problemi che la vita ogni giorno ci pone davanti“. Il 118 spesso si trova così a fare i conti con situazioni limite dettate soprattutto da overdose da farmaci, tentativi di strangolamento, suicidi non andati a buon fine con armi da fuoco. “Si tratta di situazioni provanti per gli operatori che le devono vivere come una sfida professionale tentando di salvare una persona che in quel momento ha fatto un gesto estremo“.
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