13 Marzo 2015
00:45
La Polizia Postale informa: le ultime tecniche di truffa sul web
PROVINCIA – La Polizia Postale ha fatto il punto sui recenti e sofisticati fenomeni di illegalità volti a ingannare e frodare gli utenti.
Il primo è il virus “Crypto Locker”: un malware diffuso mediante l’invio di files allegati a messaggi di posta elettronica. Questi files si presentano in apparenza come formato pdf ma, alla loro apertura, il virus agisce sui documenti presenti nella memoria del computer attaccato e, sostanzialmente, cripta i files in esso memorizzati, non consentendo più al titolare di poterli riaprire.
In alternativa al file allegato come pdf, spesso, il messaggio di posta elettronica contiene un link verso un sito infetto dove, in pratica, il virus agisce sui files nel modo sopraindicato.
Al momento, l’unica protezione possibile è la prevenzione ed è, pertanto, consigliabile un sistematico backup dei dati e, comunque, di non aprire files allegati che giungono da account sconosciuti o comunque inaspettati (anche se molto spesso presentati come copia di fatture o documenti vari) oltre a non raggiungere il sito eventualmente indicato sul link presente nelle e-mail provenienti da sconosciuti o da soggetti conosciuti che, tuttavia, hanno, a loro volta, inoculato il virus in questione.
Nel mirino dei pirati informatici anche aziende dedite all’export. A seguito di forniture verso clienti all’estero, la ditta italiana può non veder accreditata la somma come corrispettivo della propria fornitura. Alla richiesta di spiegazioni al cliente, questi esibisce messaggi di posta elettronica arrivati da soggetti estranei, dei veri truffatori pronti a intervenire prima del pagamento dei corrispettivi e, sostituendosi alla ditta fornitrice, indicare nuove coordinate bancarie dove far confluire le somme dei corrispettivi medesimi. Anche in questo caso la difficoltà di rientrare in possesso delle somme indebitamente dirottate è quasi impossibile, anche perchè le stesse vengono immediatamente prelevate e comunque, molto spesso, confluiscono su conti esteri. Si suggerisce alle ditte, eventualmente interessate, di avvertire, preventivamente, i loro contatti affinché verifichino eventuali cambi di coordinate bancarie, verifica che dovrà avere luogo attraverso canali alternativi alla posta elettronica (es. whatsApp, facebook ecc.), poiché, molto spesso, in maniera distratta, questa verifica avviene proprio rispondendo direttamente all’account di posta che chiede di spostare le coordinate bancarie.