30 Settembre 2020
10:11
NursingUp su infermieri contagiati: “A settembre è già bollettino di guerra”. Ad Alessandria 4 casi
ALESSANDRIA – Da Nord a Sud sono già 25 gli infermieri contagiati solo nell’arco di tempo che intercorre dallo scorso 8 settembre a oggi. Si tratta di un “vero e proprio bollettino di guerra che si registra nelle strutture della pubblica sanità nel nostro Paese. Sono i dati ufficiali che arrivano dalle Asl locali e dagli organi di informazione a mettere a nudo una situazione che evidenzia come per i nostri infermieri l’emergenza, in realtà, non è mai finita“, spiega in una nota il NursingUp.
Tra le città colpite anche Alessandria. Sono 4 i casi sin qui registrati, tutte infermiere donne, dopo il caos del medico positivo al reparto di ginecologia del Santi Biagio e Antonio. Gli altri 21 casi si suddividono così: 5 contagi a Ragusa (8 settembre), 1 contagio a Genova (12 settembre), 5 casi al Cardarelli di Napoli (14 settembre), un caso di contagio a Potenza (23 settembre), 5 casi a Castellammare di Stabia (25 settembre).
“Con i nostri referenti regionali, ogni giorno, monitoriamo la situazione all’interno degli ospedali. Il quadro è davvero allarmante e le prossime settimane lasciano immaginare solo un peggioramento della situazione, con gli infermieri italiani sempre e costantemente impegnati in prima linea ed esposti come nessun altro al rischio Covid“, esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del NursingUp. “Noi infermieri siamo consapevoli dei rischi che corriamo dal primo giorno dell’esplosione di questa terribile emergenza. Oggi conosciamo meglio questo agente virale, ci siamo aggiornati durante questa estate di calma apparente e abbiamo addirittura studiato per conto nostro per comprendere meglio quali sarebbero stati i nuovi rischi da affrontare. Eravamo e siamo consapevoli che l’emergenza sarebbe tornata e siamo pronti a lottare per difendere la salute dei cittadini, mettendo anche a rischio la nostra vita“, aggiunge De Palma.
Che poi conclude: “Ma mentre noi continuiamo a metterci la faccia, ogni giorno, ci chiediamo chi e in che modo sosterrà la nostra battaglia. Ci riferiamo ai datori di lavoro, al Governo, alle Regioni, a coloro che hanno la responsabilità di tutelare i dipendenti della sanità pubblica. Per queste ragioni scenderemo in piazza il prossimo 15 ottobre a Roma al Circo Massimo. Non solo per gli adeguamenti contrattuali e gli aumenti in buste paga. Ma per urlare la rabbia, la paura, l’ansia, che quanto è accaduto a marzo nelle corsie non si ripeta“.