2 Ottobre 2020
08:15
Ex calciatori morti sulla A26 per colpa dei cinghiali, Riboldi: “Inammissibile”. E anche Cia attacca
NOVARA – Tragedia ieri, giovedì 1 ottobre 2020, sull’autostrada A26 dove due ex calciatori del Casale Calcio sono morti in un incidente provocato da alcuni cinghiali che avevano invaso la carreggiata. Sull’argomento è intervenuto Federico Riboldi, sindaco di Casale Monferrato e vice-Responsabile Nazionale Enti Locali di Fratelli d’Italia. In particolare il primo cittadino casalese si è chiesto “chi controlla le recinzioni autostradale?“.
“Due giovani vite sono state stroncate da un incidente, causato sull’A26 dall’attraversamento di cinghiali, che forse sarebbe stato evitabile. Inammissibile che in un contesto autostradale di gestione privata, con prezzi alle stelle rispetto alla media europea, e in un’area geografica dove la presenza di selvatici, in particolare cinghiali e caprioli, è abbondantissima, siano state installate protezioni che si sono dimostrate inadeguate!“, ha spiegato. Per poi aggiungere “non si tratta di una strada di campagna, ma di una delle arterie autostradali più importanti d’Italia. Inoltre è ora di finirla con le politiche che frenano la selezione dei selvatici nella Pianura Padana“.
Riboldi ha anche sottolineato che, quello avvenuto ieri, “non è il primo grave incidente che avviene su un’arteria autostradale. La tutela delle vita delle persone deve essere al primo posto. Ora è il momento del cordoglio per le famiglie e del dolore della città per queste due giovani vite spezzate, ma è chiaro che sono numerose le domande in ordine alle responsabilità di questa tragedia che dovranno trovare una risposta chiara e celere, perché non si debbano ripetere episodi tragici di questa natura“.
Anche la Confederazione italiana agricoltori sezione di Alessandria si è espressa sull’argomento chiedendo “con forza interventi in materia in fatto di contenimento della fauna selvatica, grave piaga sociale anche per la sicurezza e l’incolumità pubblica, oltre che causa di danni in agricoltura. Cia ha depositato in Parlamento la richiesta di modifica alla legge 157/92 sulla fauna selvatica, con l’intenzione di passare da un concetto di tutela a quello di gestione“.