Autore Redazione
mercoledì
14 Ottobre 2020
05:40
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Cronaca - Alessandria

La crisi delle sale cinematografiche tra restrizioni per il Covid e l’insidia streaming

La crisi delle sale cinematografiche tra restrizioni per il Covid e l’insidia streaming

ALESSANDRIA – È di questi giorni la decisione di Disney Pixar di non distribuire Soul nei cinema ma farlo uscire direttamente in straming sulla piattaforma Disney+. Una situazione che apre preoccupanti scenari per il futuro delle sale cinematografiche in tutto il mondo. Già fiaccati dall’emergenza Covid-19, che li ha visti prima chiudere e poi ridurre i posti, i titolari delle sale cinematografiche devono incassare questo secondo duro colpo. Sì perché lo streaming “apre una nuova fonte di concorrenza per chi ha un cinema. Un film come Soul che non passa per le sale italiane dà una ulteriore spallata a un settore già in difficoltà“, spiega Paolo Pasquale del Cinema Teatro Alessandrino e della multisala Kristalli.

Tra lockdown e limitazioni dei posti, uniti alla paura delle persone di andare in location chiuse come cinema e teatri, si è arrivati oggi a un calo dell’80% degli incassi“, spiega. Se a questo si aggiunge la decisione della Disney Pixar di bypassare i distributori tradizionali per lanciare il 25 dicembre 2020 in prima assoluta un evento di sicuro successo “ecco che più di un campanello d’allarme deve suonare“. In questo senso il pericolo di chiusura rimane sempre alle porte “soprattutto perché il mondo della distribuzione cinematografica tradizionale ha un altro nemico da cui guardarsi“.

Da qui anche un appello a chi ama il cinema: “La gente deve rendersi conto che siamo uno dei settori più sicuri. Non si sono infatti mai verificati dei casi di contagio nelle nostre strutture“. Distanziamento sociale, ingressi contingentati, sanificazioni, rivelamento della temperatura e obbligo di mascherine fanno infatti sì che le sale tutelino tanto gli spettatori quanto i dipendenti. Una situazione che assume connotati grotteschi perché, “per come stanno andando le cose noi distributori non abbiamo armi contrattuali per dettare qualsiasi tipo di condizione. Siamo in balia di un mercato che cambia e in cui molti fanno fatica a contrastare, se non reinventandosi completamente, i nuovi moderni competitor che si stanno facendo largo“.

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