Autore Redazione
giovedì
15 Ottobre 2020
16:55
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Cronaca - Alessandria

Confcommercio Alessandria: nuovo Dpcm rischia di stroncare per sempre i locali

Confcommercio Alessandria: nuovo Dpcm rischia di stroncare per sempre i locali

ALESSANDRIA – Anticipare le chiusure dei locali anziché punire chi non rispetta le regole, secondo Confcommercio Alessandria, avrà conseguenze mortali per i pubblici esercizi. L’associazione ha ribadito a livello locale l’enorme difficoltà di un periodo storico che rischia di avere violente ripercussioni anche sul fronte occupazionale. “Le misure contenute nel nuovo Dpcm approvato dal Consiglio dei ministri sono un colpo mortale per un settore, che in provincia rappresenta quasi 3.000 imprese, già in gravissima crisi e che vede il rischio chiusura per 50.000 imprese e la perdita del lavoro per 350.000 lavoratori – hanno affermato Vittorio Ferrari e Alice Pedrazzi, presidente e direttore Confcommercio Alessandria, riprendendo le parole del presidente della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Lino Enrico Stoppani. Questo, numeri alla mano, il risultato se si proseguirà sulla strada delle chiusure anticipate, invece di incrementare i controlli per punire chi non rispetta le regole. Bar, ristoranti, imprese di banqueting e catering, imprese dell’intrattenimento sono state le realtà più colpite dalla crisi economica determinata dal Covid. Ma sono state anche quelle meno supportate. Senza aiuti significativi e concreti, sono destinati a chiudere per sempre, rinunciando a uno dei fiori all’occhiello dell’offerta turistica nazionale e a un tassello fondamentale della filiera agroalimentare italiana”.

“I pubblici esercizi sono tra le attività che hanno subito i danni più duri dal lockdown e che hanno pagato e stanno pagando, continuando ad investire per la sicurezza collettiva per mettere i propri locali nelle condizioni di poter accogliere le persone garantendo ai propri dipendenti e ai propri clienti tutte le misure necessarie e previste dai protocolli – precisano Vittorio Ferrari ed Alice Pedrazzi. È impensabile che possano affrontare una nuova riduzione dell’attività, senza ridurre le spese cui i gestori dei pubblici esercizi sono tutt’ora costretti, dagli affitti, al fisco. Se prima non si interviene in maniera decisa su queste due voci, non è possibile accettare nuove limitazioni al lavoro”.

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