Autore Redazione
venerdì
10 Dicembre 2021
05:48
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Cronaca - Alessandria

Rapporto Svimez: il Piemonte in difficoltà per crescita demografica e reddito

Rapporto Svimez: il Piemonte in difficoltà per crescita demografica e reddito

PIEMONTE – Il rapporto annuale Svimez sull’andamento dei quattro maggiori Paesi dell’Unione Europea, Germania, Francia, Spagna e Italia, descrive una situazione complicata per il Piemonte. I dati analizzano alcuni indicatori del Paese e fanno emergere, per esempio, il bassissimo tasso di crescita demografica piemontese. La regione è una delle peggiori d’Italia con un indice del -8,8, dietro solo a Molise, Basilicata, Liguria e Valle d’Aosta, penalizzata però dalla pandemia che ha colpito in particolare al Nord almeno nella sua fase iniziale.

Ad allarmare tuttavia c’è anche il dato economico,, con radici lontane. Come rilevato dal Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, “il Piemonte è secondo solo all’Umbria per le posizioni perse per andamento del reddito pro capite rispetto alla media europea fra il 2000 e il 2019. Una situazione che ha portato la regione dal 35esimo all’84esimo posto. L’Italia, il cui reddito pro capite era nel 2000 di oltre un quarto sopra la media europea, oggi è sotto del 5%. Tutte le regioni italiane hanno perso posizioni, ma il Piemonte ne ha perse 49“.

La pandemia ha fatto detonare una crisi che persisteva da anni e continuava ad aggravarsi – prosegue Grimaldi. La nostra regione è ancora al centro di un processo drammatico di deindustrializzazione e chi la governa non sembra minimamente interessato al problema. Così, il Governo Draghi dovrebbe rendersi conto che il PNRR non basterà a salvarci se affiancato da una manovra economica che di espansivo ha pochissimo. Serve molto, molto più coraggio. Piena e buona occupazione, alzare i salari, combattere la precarietà. Invece di rimproverare ai sindacati scarso spirito di unità nazionale, bisognerebbe porre fine alla vergogna dell’assenza di un minimo salariale dignitoso. Per questo saremo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero generale convocato da CGIL e UIL“.

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