Autore Redazione
mercoledì
21 Ottobre 2020
16:51
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Cronaca - Alessandria

Sviluppano i sintomi durante la quarantena per la positività della figlia: “Ma non ci fanno il tampone”

Sviluppano i sintomi durante la quarantena per la positività della figlia: “Ma non ci fanno il tampone”

ALESSANDRIA – “Lunedì scade il provvedimento di isolamento fiduciario e noi abbiamo sviluppato i sintomi tipici del Covid-19. Il problema è che nessuno ci ha fatto i tamponi“. Inizia così la telefonata con Ana Maria. Questa mamma è preoccupata per la salute della famiglia oltre che “dell’intera comunità. Perché se io lunedì decidessi di uscire di casa, cosa che comunque non ho intenzione di fare, non violerei la legge ma sarebbe un pericolo per tutti“.

Tutto è iniziato il 12 ottobre 2020 quando la figlia maggiore di Ana Maria è stata messa in isolamento poiché entrata in contatto all’asilo che frequenta con una persona positiva. Il 14 la mazzata: “Dopo aver fatto il tampone di screening obbligatorio ci hanno contattato dicendoci che la nostra piccola era malata“. Ecco che l’isolamento fiduciario – in quanto contatti stretti – si è esteso a tutta la famiglia. “Intorno al 16 anche io e il mio compagno abbiamo avuto sintomi“. Febbre alta per tre-quattro giorni, perdita di olfatto e gusto, dolori ossei e muscolari lancinanti.

Subito la coppia ha provato a mettersi in contatto con il Sisp e l’Usca anche attraverso il nostro medico di base. “Ma a oggi non abbiamo ricevuto una risposta chiara e soprattutto non abbiamo un tampone prenotato per capire se abbiamo il Covid-19 e siamo ancora contagiosi“. Fortunatamente i sintomi ora stanno migliorando e anche la febbre si è notevolmente abbassata rispetto all’esordio. “Il tampone rimane però l’unica arma che abbiamo per contrastare il diffondersi della malattia. Non poterlo fare perché ci sono problemi comunicativi fa venire molta rabbia. I medici di base non possono fare altro che segnalare sul portale i sintomi. Noi possiamo solamente chiamare l’Asl e il Sisp che però ha quasi sempre le linee occupate. C’è qualcosa che non funziona“.

Questa giovane mamma ha anche “sentito il numero Usca che però gestisce i casi gravi o gravissimi e per fortuna noi non lo siamo che ci ha dirottato altrove“. Insomma la speranza è che presto questa famiglia possa eseguire un tampone per capire che cosa, in questa settimana, gli sia effettivamente capitato e poter tornare alla vita normale senza mettere a rischio la salute altrui.

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