4 Novembre 2020
18:36
Io ce l’ho fatta, il mio vicino no: “Nessuno può sottovalutare il covid”
NOVI LIGURE – Danilo Rossini, 49 anni, di Carbonara Scrivia, è tornato a casa questa mattina, 4 novembre 2020, dopo essere stato ricoverato per covid all’ospedale di Novi il 25 ottobre. Un rientro amaro perché sempre questa mattina ha saputo della morte del suo compagno di stanza, a dimostrazione che “il virus non deve assolutamente essere sottovalutato“, spiega Danilo con la voce ancora fragile per colpa di una respirazione da recuperare tuttora. Il suo calvario era iniziato il 16 ottobre: prima quello che sembrava essere una faringite, la colpa attribuita a una corsa del giorno prima, poi la perdita dell’olfatto, la febbre a 39.5 gradi, un mal di testa violentissimo e invincibile. I sintomi purtroppo indicavano tutti il covid ed è a quel punto che Danilo ha dovuto essere trasferito in ospedale.
“Dopo la mascherina per l’ossigenazione e una lastra i medici hanno valutato che era meglio mettere il casco – racconta con voce ancora fragile Danilo. “Ho messo quel tubo trasparente, “frastornato dal rumore, dall’isolamento con l’esterno e dalla fatica necessaria per trovare la calma e respirare nonostante tutto“. Ogni gesto era complicato, continua, “mangiavo da una specie di tappo e poi richiudevo subito per mantenere la pressione nei polmoni“. Poi pian piano la situazione è migliorata fino a questo mercoledì, il giorno delle dimissioni, quando però la felicità per il ritorno a casa è stata spazzata via dalla notizia del suo compagno di stanza, mancato in mattinata, nonostante tutti gli sforzi “per controllarlo e accudirlo” spiega Danilo. “Dal mio letto lo vegliavo e lo controllavo perché in almeno due occasioni aveva avuto bisogno di aiuto”. “Una volta – racconta ancora Danilo – si era anche staccato il tubo del respiratore e sono intervenuto per poi chiamare le infermiere. Oggi sapere che non ce l’ha fatta è stata un duro colpo“. Il covid esiste e non si può scherzare con questo virus ammonisce il 49enne perché è “una roulette russa che può ignorare qualcuno ma colpire altri“. Danilo invita a che a non pensare di essere invincibili, come dimostra l’esperienza vissuta sulla propria pelle, lui che è “sempre stato bene e amante dello sport“. Una storia che gli ha insegnato “tantissimo e che dimostra l’importanza di non prendere sotto gamba questa situazione”. Lui che, ammette, in estate aveva avuto atteggiamenti leggeri, pensando che non gli sarebbe mai capitato nulla. “Invece no, non è uno scherzo, soprattutto dopo aver visto quello che è accaduto al mio vicino“. Il pensiero finale di Danilo va a medici e infermieri, “veri e propri angeli, persone precise, apprensive, attente e soprattutto incredibilmente capaci di resistere a uno stress pazzesco“. Impossibile “capire come facciano perché è una situazione pesante, solo oggi sono arrivati 10 pazienti da Torino, stanno facendo un lavoro incredibile“. Ora ci vorrà del tempo per recuperare il fiato, ma aver riconquistato il quotidiano e poter raccontare questa esperienza, seppur dolorosa, è un un gran traguardo, pur portando le ferite di una situazione piena di dolore.