10 Novembre 2020
05:21
Confagricoltura: “A causa del lockdown ricadute su carni e vini. Sì ai contratti di filiera”
PIEMONTE – L’emergenza covid ha condizionato anche l’annata agricola appena conclusa. Lo ha rimarcato Confagricoltura, nel consueto bilancio annuale. In particolare il lockdown ha impattato pesantemente sui consumi e sui prezzi. Con il blocco del canale della ristorazione i danni maggiori si sono registrati nel comparto degli allevamenti di razza Piemontese: i bovini sul mercato all’ingrosso hanno ridotto di circa il 40% il prezzo rispetto all’anno precedente.
In difficoltà anche il mercato del latte bovino: anche in questo caso l’emergenza sanitaria ha fatto diminuire il consumo di latte fresco e i produttori hanno perso circa il 20-25% del prezzo rispetto all’anno scorso. In crisi anche il mercato dei suini: oggi gli allevatori producono ben sotto i costi di produzione. Scarsa la produzione di miele, a causa del meteo instabile e delle conseguenti fioriture intermittenti nel periodo primaverile. L’emergenza sanitaria ha inoltre peggiorato le difficoltà del settore primario, già fortemente indebolito. Le produzioni zootecniche hanno subito un calo generalizzato della domanda, in particolare per quanto riguarda carne suina e bovina e latte fresco, a causa del prolungato lockdown primaverile. Il colpo, hanno spiegato i dirigenti di Confagricoltura Piemonte, è stato accusato pesantemente anche dal comparto vitivinicolo, che oggi fa registrare giacenze in cantina superiori al livello fisiologico e guarda con preoccupazione ai prossimi mesi, periodo tradizionale di feste che quest’anno si terranno sicuramente in forma limitata.
“Un anno compromesso dalla pandemia” ha rimarcato l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa “le nostre energie si sono ovviamente concentrate sul rimediare alle conseguenze del lockdown e delle problematiche climatiche. Si è però capito ancora una volta la potenzialità dell’agricoltura piemontese, l’enogastronomia è il futuro economico della nostra realtà. Io sono sempre ottimista ma devo dire che fino a ieri lo Stato non ci ha dato gli aiuti che meritavamo e ci aspettavamo. Rispetto ai fondi dopo le alluvioni stiamo ancora aspettando quelli per gli eventi climatici del 2019. Sul nuovo piano di sviluppo rurale si prevedono risorse importanti nel biennio. Vorrei inoltre puntare sulla promozione della nostra enogastronomia a livello mondiale, una potenza che dobbiamo difendere e far migliorare”.
“L’agricoltura non si è mai fermata” ha rimarcato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte “abbiamo sostenuto l’economia, compiendo uno sforzo notevole. Un’annata che, senza il lockdown, si sarebbe rivelata molto positiva. Il nostro è un settore con una forte competitività: basti pensare che, dalle 78225 aziende nel 2000 siamo passati a 42150 aziende nel 2020, il 42% in meno, -32% dal 2010. Nell’ultimo anno ci sono 1096 aziende in meno in Piemonte, pari al 2.5%. I cambiamenti climatici, poi, impongono l’investimento di risorse, ad esempio per far fronte al dissesto idrogeologico, occorre fare prevenzione”.
In particolare la provincia di Alessandria ha registrato dei ritardi nel settore cerealicolo. “Molti hanno seminato tardi grano e orzo” ha detto il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello “sul resto il bilancio è positivo anche se gli intensi eventi climatici hanno condizionato non poco le produzioni, ad esempio nel casalese”.
Il presidente provinciale ha poi rimarcato l’importanza di introdurre i cosiddetti contratti di filiera, a tutela sia dei produttori ma anche dei consumatori, in questo periodo delicato: “Non è più il tempo di andare allo sbaraglio. I mercati sono molto variabili e, ad esempio, la provincia di Alessandria è una delle massime produttrici in Italia di frumento. I contratti di filiera minimizzerebbero i rischi attraverso un accordo tra chi coltiva e vende il prodotto, garantendo sulla tracciabilità anche chi lo compra”.
“Il lockdown” ha ancora rimarcato il presidente Brondelli “ha fatto capire quanto sia strategico per l’Italia il nostro settore. Siamo la patria dell’enogastronomia di qualità ed eccellenza. Se la gente non è andata nel panico è perché gli agricoltori hanno sempre continuato a lavorare. Serve però un piano strategico, l’ultimo è stato fatto 45 anni fa” ha ancora sottolineato il presidente di Confagricoltura Alessandria “basta improvvisare e usare misure tampone per mitigare le emergenze. Siamo di fronte a fenomeni, come quelli dei cambiamenti climatici, che altereranno il ruolo della nostra agricoltura. Negli ultimi 30 anni abbiamo il 20% del suolo agricolo, come un campo da calcio in meno ogni giorno, a fronte di una popolazione mondiale in aumento: saremo più di 10 miliardi nel 2050. Le parole d’ordine sono innovazione, agricoltura di precisione (meno utilizzo di risorse, come l’acqua) e miglioramento della formazione degli agricoltori per utilizzare nuove tecniche genetiche, per le quali due scienziate hanno ricevuto il Nobel. Si tratta di alternative che mitigano gli effetti dei cambiamenti climatici, richiedono minor uso di fertilizzanti e di acqua e possono difendere la competitività dei prodotti italiani”.
In generale, per quanto riguarda l’andamento delle produzioni vegetali il raccolto di grano tenero è stato scarso (dal 10 al 15% in meno rispetto al 2019), con prezzi in rialzo da settembre, a livello soddisfacente. Produzioni in calo anche per l’orzo, che in alcune zone registra perdite di rese del 20-30%. Ottime qualità e produzioni abbondanti per il mais, con prezzi in rialzo. Annata difficile per il riso: le zone di produzione – spiegano i tecnici di Confagricoltura Piemonte – sono state colpite da una violenta grandinata il 24 settembre, al confine tra Pavia e Novara, e delle fortissime piogge cadute il 2 e 3 ottobre: la produzione sarà inferiore di circa il 10 – 15% rispetto l’anno scorso. Il raccolto è di buona qualità e i prezzi sono interessanti. Buona la produzione di leguminose, con prezzi incoraggianti per la soia.
Nel comparto frutticolo produzioni in calo, fino al 40% in meno rispetto al 2019, per pesche e nettarine, con qualità e prezzi soddisfacenti. Bene anche albicocche e susine, mentre per il kiwi continuano a registrarsi problemi fitosanitari agli impianti; i danni da gelo primaverile hanno ridotto la produzione. Soddisfacente la produzione di nocciole, ma con prezzi cedenti rispetto all’anno scorso. Buono il raccolto di castagne e di piccoli frutti; tiene la produzione di fragole, con la diffusione di coltivazioni fuori suolo.
Interessante la produzione orticola, con vistosi incrementi dei consumi e dei prezzi. Buona la campagna 2020 del peperone di Carmagnola, seppur con una produzione leggermente in calo rispetto all’anno scorso. Annata eccellente, favorita dal buon clima estivo, per le coltivazioni foraggere e per i pascoli montani. Ottima la vendemmia, con produzioni nella media e qualità eccellente, soprattutto per i vini rossi.