Autore Redazione
martedì
10 Novembre 2020
08:41
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Cronaca - Alessandria

Il Piemonte chiude le porte a medici e infermieri stranieri nonostante l’emergenza: la denuncia dell’Asgi

Il Piemonte chiude le porte a medici e infermieri stranieri nonostante l’emergenza: la denuncia dell’Asgi

PIEMONTE – Nonostante il Piemonte sia all’affannosa ricerca di professionisti della sanità per fronteggiare l’emergenza Covid-19, la Regione ha deciso di estromettere dai bandi tutti i medici e gli infermieri extracomunitari. La decisione della Giunta Cirio è così finita nel mirino di Asgi. L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione pensa che “sia illegittimo escludere centinaia di medici e infermieri stranieri dai concorsi in tempo di pandemia. È inspiegabile, c’è carenza di personale sanitario. Si applichi la norma che prevede l’assunzione anche di coloro che hanno un regolare permesso di soggiorno”.

Un fatto piuttosto grave secondo Asgi se si pensa che da marzo 2020, “grazie all’art. 13 del ‘Decreto Cura Italia’, convertito in Legge n. 27/2020, possono essere assunti alle dipendenze della pubblica amministrazione per l’esercizio di professioni sanitarie e per la qualifica di operatore socio-sanitario tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare, fermo ogni altro limite di legge”.

Per questo l’Associazione si è rivolta a Roma per chiedere un intervento risolutivo da parte del Governo. In particolare è stato chiesto al “ministero della Sanità e della Pubblica Amministrazione di intervenire immediatamente presso gli enti del SSN affinché, nella fase di emergenza, garantiscano il rispetto dell’art. 13 citato, consentendo l’accesso alle professioni sanitarie a tutti gli stranieri titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare“. L’appello è rivolto poi anche al Governo al fine che modifichi “il Dpcm 174/94 per renderlo conforme ai principi fissati dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato e dunque escludendo i posti di lavoro dei medici da quelli riservati ai cittadini, quantomeno quando detti posti di lavoro non comportino in via esclusiva e continuativa l’esercizio di pubbliche funzioni“. Infine è stato chiesto al Parlamento di “estendere gli effetti dell’apertura di cui al citato art. 13, oltre il periodo di emergenza, essendo del tutto illogico che la possibilità del cittadino straniero di concorrere a un posto di lavoro sia limitata al solo periodo di emergenza“.

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