Autore Redazione
martedì
10 Novembre 2020
15:06
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Cronaca - Alessandria

Commercianti a presidente e sindaco: “Chiediamo azione forte contro dpcm, altrimenti sarà disobbedienza”

Commercianti a presidente e sindaco: “Chiediamo azione forte contro dpcm, altrimenti sarà disobbedienza”

ALESSANDRIA – Per il momento sono due lettere ma se non ci saranno riscontri dagli scritti si passerà alla resistenza con forme di protesta pacifiche ma determinate. In due documenti inviati al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e al sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, oltre 350 commercianti alessandrini hanno elencato tutti i dubbi sulle modalità di contrasto al covid contenute nel nuovo dpcm. La chiusura di alcune realtà e il mantenimento di alcuni servizi, che inciderebbero in misura più forte sulla diffusione del virus, lasciano perplessi i titolari di esercizi e negozi costretti alla chiusura temporanea. Gli stessi ristori vengono giudicati una “elemosina” da chi vorrebbe solo “lavorare” come garantito dalla Costituzione. Per questo, nelle lettere, si invitano i due esponenti politici a prendere una posizione contro le disposizioni del Governo. Sebbene inutile, ammettono i commercianti, in quanto non in grado di scalzare quanto contenuto nel dpcm, sarebbe una presa di posizione netta contro una linea giudicata non accettabile. Diversamente l’azione di protesta potrà sfociare in disobbedienza fiscale, non rispetto del dpcm o presidi continui sotto i palazzi governativi. Di seguito il testo della lettera inviata ai due politici, firmata da oltre 350 realtà:

Egregi Presidente della Regione e sindaco di Alessandria

Le scrivo a nome mio e di tanti esercenti della sua città a Sua conoscenza la situazione di stupore e disarmo del nuovo (e speriamo ultimo della settimana) DPCM firmato dal Presidente Conte.

Non possiamo assolutamente accettare il fatto che le nostre vite, e le vite dei nostri figli, dipendano da un algoritmo e lei non può e non deve accettare che i suoi cittadini soccombano.

Noi tutti abbiamo ascoltato con molta attenzione le parole che lei ha tuonato sabato 31 ottobre u.s. nei confronti del Governo e le parole che lei ha speso in sua difesa perché ha le mani legate; però non è proprio così, Lei quando ha accettato il suo incarico ha dismesso i suoi colori politici ed ha giurato sulla Costituzione innanzi al Prefetto la guida della sua città.

Chi ci governa non è capace di venirne fuori, nessuno ha le “palle” di chiudere tutto o almeno di chiudere quei luoghi di vero assembramento; lo faccia lei.

Le disposizioni del nuovo DPCM gambizzano solo certe realtà e a nulla serviranno per far diminuire i contagi, se si continua imperterriti a tenere aperti e funzionanti i luoghi di maggior assembramento (i mezzi pubblici, ad esempio).

Si tenga conto che un autobus cittadino ha, dati alla mano, un’incidenza di 1,48 persone al mq (con le nuove disposizioni del 50% di massimo carico) contro le 0,067 di uno studio di Pilates/Yoga e circa 0,5 in media dei bar/ristoranti.

Visto che sarà impossibile controllare l’effettivo numero di persone che saliranno sui mezzi pubblici, la pandemia non si fermerà mai e la nostra paura è che, passando noi per “untori”, anche se ingiustamente, non riapriremo mai e i nostri business moriranno.

La “modalità” utilizzata dal Premier (e, in generale, da chi governa) sta portando il popolo italiano a diventare un insieme di automi senza fantasia e senza una visione di vita futura.

Per non parlare dei “ristori” che non ristoreranno nessuno essendo, come cifre, pari a un’elemosina: noi, di elemosine, non ne vogliamo ma vogliamo godere del 1° articolo della costituzione: “LAVORARE”.

Caro Presidente/Sindaco, ci aspettiamo da Lei (che, essendo stato votato da noi, ed è ufficialmente la nostra voce verso il mondo esterno) un’iniziativa forte: vorremmo che emettesse un’ordinanza che lasci aperti tutti noi esercenti, consentendoci di lavorare tranquilli, e che ci dia la possibilità di far mangiare i nostri figli. Ovviamente ci dovrà obbligare a seguire tutte le norme dettate dal CTS e dovrà punire con la chiusura a vita di chi non le seguirà: costerebbe meno fare controlli a tappeto che fermare una nazione.

Sappiamo benissimo che una Sua ordinanza non ha la stessa potenza di un DPCM e che lei potrebbe avere problemi, ma cosa le costerebbe? La sua poltrona? Perderebbe il lavoro? Sarebbe il benvenuto tra noi che lo abbiamo già perso, senza alcuna ragione e fondamento scientifico.

Lei, però, una ragione ce l’avrebbe:

difendere il suo territorio, i suoi abitanti.

Le allego l’ordinanza emessa del suo collega Matteo Camiciottoli, Sindaco di Pontinvrea (SV), la legga attentamente e magari faccia un copia-incolla.

In ultimo, se non avremo alcun riscontro da parte Sua, non essendo noi dei guerrafondai, ci vedremo costretti a protestare mettendo in campo una o tutte le seguenti modalità:

  1. a) Disobbedienza fiscale: ma questo avrebbe poco effetto perché se non ci fate lavorare qualunque sia la percentuale di tassazione su un fatturato di 0,00€ è pari a 0,00€;
  2. b) Disobbedienza al DPCM: apriamo i nostri esercizi e aspettiamo che facciate multe a tutti quanti. Le vorrei far presente che il nostro sistema non prevede situazioni simili e che, quindi, le suddette multe, e qualunque altra azione fosse fatta contro di noi, sarebbero cancellate in Tribunale.
  3. c) Stazioneremo, a rotazione, pacificamente davanti ai vari uffici comunali, provinciali, regionali e statali presente in città.
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