Le Regioni al governo: “Tempi più rapidi per uscire dalle zone rosse”. Ecco la lettera

ROMA – I presidenti delle Regioni hanno scritto al Governo chiedendo una modifica dei criteri che regolano l’inserimento dei territori nelle zone rosse, arancioni e gialle. In linea generale sono state chieste procedure più semplici e meno stringenti per cambiare fascia di rischio e condividere le scelte. Piemonte e Lombardia, in particolare, dopo quattro giorni di contagi in leggero calo – il che non vuol dire essere usciti dalla fase più critica di questa seconda ondata – stanno facendo pressing sul Governo per uscire prima del tempo dalla zona rossa accedendo a una meno restrittiva zona arancione. Ma anche la Liguria è tra le regioni più agguerrite con Giovanni Toti che in un qualche modo si è fatto portavoce di questa lettera.

Nel documento i governatori scrivono che “risulta prioritario aggiornare le indicazioni relative all’utilizzo dei diversi test in funzione delle diverse strategie per l’identificazione di infezione da SARS-CoV-2, anche adeguando la definizione di caso confermato“. Questo perché “elevata sensibilità e specificità non possono rappresentare l’unico criterio nella scelta del tipo di test per gli interventi di sanità pubblica: la scelta del test deve considerare prioritariamente la tempestiva e la sostenibilità nell’ambito di un’attività di indagine finalizzata a rilevare i soggetti positivi nel loro periodo di contagiosità e non solo alla diagnosi clinica di un preciso momento“.

Infine si chiede di aggiornare “la definizione di caso confermato” quelle che sono “le indicazioni per l’utilizzo dei test di biologia molecolare e del test antigenico rapido” e infine “il calcolo degli indicatori per le attività di monitoraggio (DM Salute del 30.4.2020 e scenari per gli interventi di escalation/deescalation)“. Scarica qui il documento a riguardo la revisione chiesto dalle Regioni al Governo sulle zone rosse