9 Dicembre 2021
11:13
Due imprenditori alessandrini strozzati da pericoloso usuraio: Carabinieri arrestano esponente “Cosa Nostra”
NOVI LIGURE – Anche i Carabinieri di Novi, insieme ai militari di Genova Sampierdarena, hanno dato esecuzione, questa mattina, a un’ordinanza di applicazione di una misura cautelare in carcere nei confronti di Emanuele Monachella, 65 anni, già condannato in secondo grado per traffico di sostanze stupefacenti aggravato dall’aggravante “mafiosa”, estorsioni continuate aggravate e associazione di tipo mafioso. L’uomo è ritenuto esponente di spicco del clan Fiandaca-Emmanuello, interno a “Cosa Nostra” e attivo nella provincia di Genova.
A carico del destinatario della misura cautelare, residente nel capoluogo ligure, risultano gravi indizi di colpevolezza per i reati di estorsione e usura, commessi dal 2018 al 2021 nei confronti di due imprenditori dell’alessandrino che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche legate alle rispettive attività commerciali di compravendita di auto/motoveicoli, aggravate dalla pandemia in corso.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore Giancarlo Vona e dirette dal Procuratore della Repubblica Francesco Pinto, sono partite alla fine del 2020 dopo la denuncia presentata da una delle vittime che aveva indicato un altro soggetto, un 72enne, a sua volta accusato e denunciato per i reati di usura ed estorsione, come autore di prestiti a tasso usuraio. L’imprenditore infatti, a fronte di un prestito di poche migliaia di euro, era arrivato ad accumulare un debito di 50mila euro per gli interessi. In base alle indagini i militari hanno scoperto che la vittima si era rivolta anche e Emanuele Monachella, che avrebbe effettuato, a partire da maggio 2018, vari prestiti per importi tra i 1.000 e i 4.000 euro, richiedendo e ottenendo la restituzione del denaro alla scadenza pattuita con ulteriori somme, pari ad almeno il 20-25%, a titolo di interessi mensili con tassi di interesse su base annua compresi tra il 200% e il 300%.
Nel corso delle indagini, svolte attraverso una minuziosa attività tecnica e servizi di pedinamento e osservazione, sono stati documentati svariati incontri tra il principale indagato e la parte offesa, finalizzati alla consegna di ingenti somme di denaro. Il tratto costantemente rilevato dagli operanti è stato l’atteggiamento deferente e impaurito che la vittima manteneva in ogni incontro con il suo strozzino, particolarmente temuto per la nota caratura criminale.
A Monachella venivano anche contestate condotte estorsive nei confronti dell’imprenditore poiché, per ottenere le somme richieste, aveva minacciato pesantemente la vittima. L’attività investigativa ha permesso di individuare un altro imprenditore dell’alessandrino, anche lui vittima di usura da parte di Monachella. In questo caso, a fronte di un prestito dell’importo di 2mila euro, era stata richiesta entro un mese una cifra ulteriore di 500 euro a titolo di interessi (per un totale di euro 2.500), somma poi intascata dall’usuraio tre settimane dopo.
A carico del destinatario della misura cautelare, residente nel capoluogo ligure, risultano dunque gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di estorsione e usura, commessi dal 2018 al 2021 nei confronti di due imprenditori dell’alessandrino che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche che le rispettive attività commerciali di compravendita di auto/motoveicoli stavano attraversando, ulteriormente aggravate dalla pandemia in corso.
Sono stati sequestrati dei telefoni cellulari e fogli manoscritti con contabilità sul cui conto sono in corso ulteriori approfondimenti. Al termine delle operazioni, Monachella è stato portato nella casa circondariale di Genova Marassi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.