3 Aprile 2015
10:41
Blitz nell’istituto “Sahaja Yoga” di Cabella Ligure. Per l’accusa il centro, con 61 bambini, era abusivo
CABELLA LIGURE – Un piccolo comune alessandrino di 580 anime è al centro di un caso di cronaca articolato e complesso. Come svelato da Repubblica Torino, la bufera ha investito la comunità “Sahaja Yoga” di Cabella lo scorso 9 marzo, quando il Procuratore dei minori del Piemonte, Annamaria Baldelli, si è presentato nel complesso, accompagnato da carabinieri del Nas, assistenti sociali, personale dell’Asl e ispettori del lavoro. “Siamo stati delegati a eseguire un provvedimento per una sottrazione internazionale di due bambini che una mamma aveva portato via dal papà e poi portato a Cabella – ha spiegato a Radio Gold News il Procuratore Baldelli. È stato in quel momento che abbiamo appreso dell’esistenza di questa struttura e ci siamo attrezzati per poterla valutare, come capita in ogni ispezione che facciamo in una comunità. Abbiamo quindi chiamato la Commissione di Vigilanza che è intervenuta sul posto“.
Nell’istituto, fino al 19 marzo, hanno vissuto 61 bambini tra i 6 e i 10 anni, provenienti da ogni parte d’Europa, affidati alla Fondazione.
“Questa struttura – ha spiegato a Radio Gold News il Procuratore dei minori del Piemonte, Annamaria Baldelli – non aveva alcun tipo di autorizzazione. Gli edifici, ad esempio, devono essere a norma e avere le autorizzazioni di vari Enti, dal Comune ai Vigili del Fuoco. Se una struttura vuole essere una comunità, in base alla legge regionale, deve inoltre chiedere l’autorizzazione agli organi competenti e deve rispettare le caratteristiche che la legge stessa indica”.
Il responsabile della Fondazione, Ezio Prandini, si è difeso spiegando che le forze dell’ordine “sono arrivate il 9 marzo ma la struttura ha continuato a funzionare regolarmente fino al 19. Avevamo 61 bambini e quel giorno hanno prelevato due minori oggetto di una contesa tra genitori e sarebbero potuti venire con due assistenti sociali tranquillamente perché siamo conosciuti qui in valle. Tutti sapevano che avevamo dei bambini e ciascuno poteva vederli. Quando ci hanno detto che non ci conosceva nessuno siamo rimasti sorpresi. Poi nei giorni successivi sono venuti a controllare tutto e anche noi stessi abbiamo scoperto delle non conformità, che ora stiamo mettendo a posto. Sicuramente il magistrato fa riferimento ad alcuni regolamenti che vanno interpretati. Noi avevamo consapevolezza di tener fede a determinati obblighi cui facevamo riferimento. Se occorreva fare comunicazioni anche ad altri lo faremo. Noi navigavamo alla luce del sole”.
Per il Procuratore Baldelli però “questa struttura non aveva nessuna delle autorizzazioni previste. Noi – ha aggiunto – abbiamo segnalato quanto accertato alla Commissione di Vigilanza. Non spetta a noi prendere ulteriori iniziative. Abbiamo un potere di vigilanza sulla qualità del trattamento nei confronti dei minori e se ci sono condizioni che non rispettano determinati canoni noi lo segnaliamo alla Commissione che poi si muove a seconda delle sue competenze“.
L’istituto ora ha sospeso le attività, anche su ordinanza del sindaco di Cabella e oggi, haconcluso il responsabile della Fondazione, Ezio Prandini la struttura non ospita alcun bambino “dopo che i genitori sono venuti a prenderli una volta ricevuto il procedimento di affido dal Procuratore“.