Autore Redazione
mercoledì
16 Dicembre 2020
16:18
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Cronaca - Alessandria

Una lettera aperta degli anziani ai più giovani per riaprire un dialogo interrotto dal Covid

Una lettera aperta degli anziani ai più giovani per riaprire un dialogo interrotto dal Covid

ALESSANDRIA – Una lettera aperta per riprendere quel dialogo interrotto ormai un anno fa a causa della pandemia che ha colpito il nostro Paese. Questo quanto prodotto dal gruppo di lavoro Dialogo tra generazioni, molto attivo da anni presso la Lega dei pensionati Spi-Cgil di Alessandria Centro e diretta dal segretario Michele Cartolano, dopo mesi di inattività forzata. Un tentativo, concreto, di riprendere il filo interrotto ricorrendo a un mezzo antico ma sempre valido come la lettera indirizzati ai giovani alessandrini.

Abbiamo voluto raccontare ai giovani come sono stati vissuti da noi anziani questi lunghi mesi di pandemia e come abbiamo pensato alla condizione altrettanto infelice degli studenti e degli insegnanti costretti alla didattica a distanza, che è ben altra cosa della scuola in presenza”, spiega la coordinatrice del gruppo, Claudia Grosso. La lettera aperta si conclude con un caloroso invito a riprendere le fila di quel dialogo proprio riappropriandosi del vecchio strumento della lettera che trovate di seguito.

Cari ragazze e ragazzi,

ci siamo lasciati lo scorso febbraio con la proposta alle vostre Professoresse per l’anno scolastico 2019-2020 “SUI SENTIERI DELLA BENEDICTA: MEMORIA E PARTECIPAZIONE”, con la quale i pensionati dello SPI-CGIL Lega Centro-Alessandria avevano presentato una serie di iniziative per proseguire quel “DIALOGO TRA GENERAZIONI” incominciato nel 2011-2012 con il progetto “LAVORI IN CORSO” in collaborazione con l’Istituto Roero-Saluzzo di Alessandria, poi continuato negli anni successivi e consolidato attraverso numerosi incontri svolti sia nelle scuole sia alla Camera del Lavoro.

In questo ambito particolare importanza hanno avuto la realizzazione del progetto biennale “I PENSIONATI INTERVISTANO GLI STUDENTI” e le collaborazioni con l’ANPI e l’ISRAL. Tutto si è fermato da marzo: la scuola è chiusa anche se, per un breve periodo tra settembre e ottobre, ci siamo illusi di poter tornare a lavorare insieme, l’attesa di un incontro si è nuovamente allungata e così abbiamo pensato di scrivervi.

Siamo ricorsi a questa scelta ripensando a noi stessi, ai nostri ricordi più lontani fino alle lettere che i nostri nonni inviavano a casa durante la Prima guerra mondiale e alle cartoline postali con le foto nelle trincee. Allora poche righe rassicuranti testimoniavano il valore affettivo profondo e la ricerca di una normalità perduta e quindi oggi vi scriviamo per darci speranza a vicenda, per fare progetti per il dopo che verrà e vivere nuovi incontri e possibilità di dialogo.

Per noi anziani sono stati e sono tuttora giorni difficili; molti ammalati, chiusi in casa in parziale solitudine per non rischiare la vita, tanti, troppi i morti nella nostra fascia d’età e genitori, amici, medici e infermieri, lasciati andare senza un ultimo saluto. Tempi vuoti che abbiamo affrontato con dignità, in casa davanti alla TV, vicino al telefono per le videochiamate e lontano dalle nostre famiglie, vivendo una mancanza di affetti e un isolamento che spesso rischiava di aggravare condizioni di salute già precarie.

In questi momenti il pensiero di voi ragazzi a casa a sperimentare la didattica a distanza e dei vostri insegnanti alle prese con nuovi strumenti informatici ci ha reso ancora più tristi. Vi abbiamo pensato nelle vostre camere davanti a uno schermo tra libertà virtuale e chiusura reale, presenze e assenze, spazi aperti e circoscritti. La nostra generazione è quella dei vostri nonni da cui siete stati separati e questa distanza dagli affetti più cari ci ha reso l’isolamento, se possibile, ancora più asettico e spersonalizzante.

Vi scriviamo proprio per riaprire un dialogo interrotto e vi invitiamo a rispondere raccontandoci i problemi incontrati, le delusioni e le scoperte, i propositi per ripartire, pensieri ed emozioni di questo lockdown, termine che abbiamo imparato anche noi e che siamo stanchi di sentire. Intorno a noi sono tante le difficoltà economiche: stipendi sospesi, cassa integrazione, bonus vari e lavoretti precari. Ci sarà un mondo da ricostruire e la necessità di sostenere scuola e cultura per affrontare un futuro comune. Chiediamo ai docenti di coinvolgere i loro studenti per offrirgli l’opportunità di esprimere quello che hanno vissuto, per dare respiro alla loro creatività, per far emergere dubbi, incertezze, sentimenti personali e infine costruire insieme la fotografia corale ed emozionale di questo momento storico. Forse scriverci una lettera, ritornare a usare un mezzo più antico della tastiera dello smartphone, ci farà sentire più vicini per progettare nuovi incontri in presenza, in spazi aperti anche di pensiero“.

Photo by Scott Graham on Unsplash

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