Autore Redazione
martedì
7 Aprile 2015
12:16
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Cronaca - Piemonte

In provincia tornano i grani antichi mentre aumentano gli interrogativi su incremento intolleranze e celiachia

In provincia tornano i grani antichi mentre aumentano gli interrogativi su incremento intolleranze e celiachia

PIEMONTE – Nei giorni scorsi, in radio, abbiamo parlato dei grani antichi. Questo tipo di coltivazione ha attecchito anche in provincia di Alessandria (la sta coltivando la famiglia Gualco della Tenuta Rivellino a Piovera ndr) grazie all’iniziativa di diversi agricoltori intenzionati a riportare sul territorio le coltivazioni delle passate generazioni. Le motivazioni di questo nuovo trend sono diverse: dal desiderio di riscoprire le semenze del passato ai vantaggi delle antiche varietà di grano, più ricche di biodiversità genetica e con alcuni vantaggi per la salute. Recentemente infatti Umberto Volta, per 20 anni direttore del centro per la celiachia del Sant’Orsola di Bologna, per 10 il board scientifico dell’associazione italiana per la celiachia, ha spiegato a Repubblica che l’aumento di intolleranze al glutine potrebbe essere frutto proprio del grano consumato finora: “una delle ipotesi è che i cereali siano cambiati. La selezione che è frutto dell’uso di pesticidi e lo sfruttamento estremo delle coltivazioni con due semine all’anno hanno reso il grano di oggi molto diverso da quello di 50-60 anni fa. le varietà attuali sono nane e contengono quantità molto maggiori di proteine a rischio intolleranza“.

La differenza del grano moderno rispetto a quello di anni fa è anche visiva, ha spiegato a Radio Gold News, il dottor Fernando Pesce, Direttore SOC Pediatria Alessandria e Consulente Scientifico della Associazione Italiana sulla Celiachia: “il grano attualmente utilizzato per la fabbricazione delle farine non è quello degli inizi del ‘900. Questo lo si può vedere anche nell’arte. Nei quadri di Van Gogh o nelle raffigurazioni degli egizi il grano era alto quanto i mietitori mentre oggi arriva al ginocchio. I grani sono stati nel tempo selezionati per essere più ricchi di glutine perché questo facilita la panificazione. Non c’è una certezza assoluta che sia stato questo fatto ad aumentare l’aumento della frequenza della celiachia. Tuttavia la celiachia è aumentata non solo poiché oggi facciamo più facilmente la diagnosi ma anche perché alcuni studi fatti su campioni di sangue di donatori degli anni ’60, rispetto a donatori della fine degli anni ’90, hanno mostrato un raddoppio dei tassi di anticorpi positivi della celiachia. Questo fa capire che non possiamo parlare solo di una analisi migliore ma anche di un vero e proprio aumento del fenomeno”.

Un recente studio del nutrizionista Enzo Spisni di Bologna (citato da Focus) ha prelevato i globuli bianchi dei pazienti celiaci e li ha messi a contatto con proteine di grani antichi e di grani moderni misurando la risposta infiammatoria: molto più vivace nei confronti dei grani moderni, che di quelli antichi come il Senatore Cappelli (grano duro) o il Gentil Rosso (grano tenero), ancora coltivati e reperibili.

La frequenza dei celiaci è di uno su 100 con un incremento del 10% all’anno. “Tra l’altro – ha spiegato ancora a Radio Gold News il dottor Fernando Pesce bisogna considerare che la malattia è sottodiagnosticata visto che, a livello nazionale e piemontese, il 75% dei soggetti celiaci non è ancora stato diagnosticato“.

In Piemonte i celiaci nel 2013 erano 10.966 con una marcata incidenza femminile (7.851 contro i 3.115 casi degli uomini). La percentuale di celiaci in Piemonte è solo dello 0,25%, un dato ampiamente più basso rispetto al dato percentuale corretto secondo i medici: 1%. Il trend, come confermano i numeri regionali e quelli nazionali è in aumento, ogni anno del 10% circa. In Piemonte nel 2011 erano 9.311, nel 2012 10.184 e infine nel 2013 10.966.

Per di più recentemente è stato appurato come i sintomi che denotano la sussistenza della celiachia sono diversi e variegati. “Negli anni ’80 veniva sospettata la celiachia solo nei casi classici e quindi soggetti che dimagrivano, erano deperiti, avevano la diarrea o vomito o comunque nei casi di bambini con ventre pronunciato ma recentemente è stato scoperto che i sintomi possono essere meno evidenti. I bambini, per esempio possono avere una crescita scarsa senza altri sintomi. Nell’adulto ci può essere anemia da carenza di ferro oppure afte ricorrenti e osteoporosi. Grazie a queste competenze e alle tecniche di accertamento più semplici si è passati da un caso di celiachia ogni 2 mila persone a uno ogni cento. quindi in realtà non si può più parlare di malattia rara”. 

Domani, giovedì, alle 08.20, su Radio Gold News l’intervista al professor Fernando Pesce sulla celiachia: sintomi, cure, informazioni utili.

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