7 Aprile 2015
16:48
Incidente Arkema: due le possibili cause ancora al vaglio degli esperti
ALESSANDRIA – I sindacati hanno incontrato martedì l’azienda ARKEMA, dopo l’incidente avvenuto lunedì scorso (si legga QUI) all’interno del polo chimico. Dal confronto, come hanno spiegato le parti sociali, è emerso che “la deflagrazione è avvenuta in un ambiente costruito con criteri che prevedono l’eventualità di inconvenienti simili e a ridosso di un terrapieno alto circa 15 metri atto a contenerne gli effetti. Inoltre l’incendio scaturito (circoscritto all’unità magazzino polveri) è stato controllato e domato dal personale Arkema presente in turno (grazie alla grande professionalità acquisita) e dalle squadre di Vigili del Fuoco interne allo stabilimento in circa 30 minuti“. È stato confermato che i due addetti all’inatà non hanno avuto conseguenze e che “il personale Arkema come quello Solvay è stato prontamente evacuato così come prevedono i protocolli di sicurezza interni, mentre il giorno successivo l’attività produttiva è ripresa regolarmente al netto dell’unità danneggiata. La categorizzazione dell’evento è riconducibile al DLgs 81/2008 e NON al DPR 17 maggio 1988 nr 175 “direttiva Seveso”. Attualmente, hanno ancora riferito i sindacati l’azienda sta valutando due ipotesi alla base dell’evento e “sono previsti nuovi accertamenti da parte di Team di esperti“. Al momento è stato disposto il “blocco operativo dell’unità interessata, che non costituisce core-businness dell’azienda, fino a ultimazione rilievi e contemporaneamente i lavoratori addetti all’unità sono attualmente impiegati in attività di supporto a queste operazioni”. L’azienda “garantisce sin d’ora il ricollocamento all’interno del sito dei 2 lavoratori impiegati sull’unità incidentata qualora le valutazioni sulla ripresa operativa di tale unità fossero negative”. “Siamo soddisfatti della tempestività con cui l’azienda ha risposto alla nostra richiesta di chiarimenti” ha detto a Radio Gold News Marco Sali, SLC CGIL “Siamo soddisfatti del fatto che i due lavoratori saranno comunque nel sito o adibite ad altre mansioni, a garanzia della loro occupazione. E’ stato un incontro positivo. Ora aspettiamo che vengano ultimati i rilevamenti. Ci interessa sapere cosa è andato storto e poi se la lavorazione dei perossidi avrà continuità.”