13 Febbraio 2021
06:55
Positivi al Covid-19 nelle scuole: quali sono le regole del Sisp seguite dai dirigenti scolastici
PIEMONTE – Scuola e coronavirus. Una convivenza a cui docenti, alunni, dirigenti scolastici e famiglie ormai sono abituati. Scuola e coronavirus, ma non nel senso che a scuola ci si ammali di Covid-19 maggiormente che in altri posti. Anzi, studi ministeriali hanno stabilito che gli edifici scolastici non sono veicoli di focolai. Soprattutto se le rigide regole di distanziamento, utilizzo di Dpi e ricircolo dell’aria vengono rispettate. Tuttavia è successo, e sicuramente succederà ancora, almeno sino a quando non riusciremo a sconfiggere definitivamente il Covid-19, si sono verificati diversi casi di alunni e insegnanti risultati positivi a questo virus. Ma in questo caso cosa prevedono le linee guida della Regione, utilizzate dal Sisp, in questi casi?
Bisogna premettere che le aziende sanitarie hanno ricevuto il 15 ottobre 2020 da Palazzo Lascaris l’aggiornamento degli indirizzi operativi per la gestione dei casi positivi nelle scuole. Si tratta di un provvedimento che applica la circolare del Ministero della Salute alla luce dell’evoluzione del quadro epidemiologico e che nei mesi ha subito leggere modifiche, accorgimenti e ristrutturazioni. La struttura generale è comunque rimasta invariata e permette a dirigenti scolastici e Sisp di far proseguire la regolare attività scolastica in sicurezza.
In caso di uno studente positivo a tampone con sintomatologia insorta a scuola si dovrà seguire, in linea di massima, un protocollo che prevede l’immediato isolamento per almeno 10 giorni, di cui 3 senza sintomi, seguito da un test molecolare negativo; i conviventi saranno posti in quarantena; immediata quarantena per tutti i compagni di classe per 14 giorni; i familiari dei compagni di classe dello studente positivo, essendo contatti di contatto stretto, non sono sottoposti ad alcuna restrizione qualora non vi siano sintomi compatibili con il Covid-19 o indizi di ordine epidemiologico; gli operatori scolastici saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia) e, in caso di tampone negativo e in assenza di sintomi, sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa).
Nel caso in cui fosse un operatore scolastico a risultare positivo al tampone il protocollo prevede l’immediato isolamento per almeno 10 giorni, di cui 3 senza sintomi, seguito da un test molecolare negativo; i conviventi e i contatti stretti saranno posti in quarantena; gli eventuali operatori scolastici presenti tra i contatti stretti saranno sottoposti a tampone nell’arco di 4-7 giorni (tempi compatibili con l’incubazione della malattia) e, in caso di tampone negativo e in assenza di sintomi, sarà possibile adottare la cosiddetta quarantena attiva (esclusivamente casa-lavoro, lavoro-casa). Questo quindi non prevede lo stop della classe a seguito di una positività dell’insegnante. Il motivo? Il tempo limitato di permanenza nella stessa aula (massimo due ore), l’utilizzo di mascherina e in alcuni casi di visiera e guanti permettono di poter escludere
I protocolli cambiano leggermente invece se uno studente viene trovato positivo con sintomi rilevati presso il proprio domicilio. Nel caso in cui i tempi di insorgenza della sintomatologia manifestata dallo studente consentano di escludere un coinvolgimento della scuola, cioè siano intercorse più di 48 ore dall’ultima frequenza scolastica, si applicano le seguenti misure: immediato isolamento per almeno 10 giorni, di cui 3 senza sintomi, seguito da un test molecolare negativo; i conviventi saranno posti in quarantena. Al contrario se non sarà possibile escludere un coinvolgimento della scuola, si applicano le misure più stringenti di quarantena anche della classe.
“Peccato che alcune regole per evitare la diffusione del Covid-19 all’interno della scuola siano difficili da seguire“, ci hanno in questi mesi segnalato famiglie e docenti. Il punto primario è quello legato al ricircolo dell’aria. “Soprattutto in inverno come si possono tenere le finestre aperte. Molti di noi fanno un ricircolo veloce dell’aria tra un’ora di lezione e l’altra“, ci ha detto una maestra. Altra preoccupazione è quella legata all’utilizzo delle mascherine. Premesso che tutti le indossano, la paura è che “molti portino la stessa mascherina, non lavata o cambiata, per tutta la settimana. Questa cosa, secondo quanto dicono le linee guida, le rendono inefficaci“, ha invece obiettato un professore di liceo.