Autore Redazione
mercoledì
17 Febbraio 2021
05:00
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Cronaca - Alessandria

Dalla gatta frettolosa a quella che lascia lo zampino. Proverbi felini che raccontano l’animo umano

I gatti, con il loro temperamento e i loro comportamenti, descrivono con saggezza popolare la natura umana
Dalla gatta frettolosa a quella che lascia lo zampino. Proverbi felini che raccontano l’animo umano

MONDO – Già venerati come dei dagli antichi Egizi e ancora adorati e viziati dai loro padroni nell’era moderna, i gatti con il loro temperamento e i loro comportamenti sono protagonisti anche in numerosi proverbi e descrivono con saggezza popolare la natura umana.

Le temerarie incursioni nelle cucine dei felini sembrano aver ispirato il famoso detto “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Un monito a chi è insofferente alle regole che chiama in causa la golosità dei gatti che si spingevano impavidi verso le tavole dove veniva tagliato il lardo, con il rischio di rimetterci una zampina pur di accaparrarsene un pezzo.
L’istinto predatore dei felini e l’eterno conflitto con i roditori ispira il detto “Quando il gatto non c’è i topi ballano”, perché quando manca chi controlla si tende a fare ciò che si vuole.
Invita alla calma e alla pazienza per non incappare in errori, l’adagio “La gatta frettolosa fece i gattini ciechi”, che pare si ispiri a un ancor più antico detto che all’epoca di Esopo utilizzava i cani al posto dei felini.
È diventato un marchio di fabbrica di un celebre allenatore italiano, Giovanni Trapattoni, un altro detto legato ai felini: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco“. Quando nel 2011, il Trap pronunciò la famosa frase, diventata poi un tormentone nazionale, in molti la considerarono una gaffe perché di questo proverbio, che invita a non cantar vittoria troppo presto, esiste una variante più antica legata al raccolto e al mondo contadino: “Non dire quattro se non ce l’hai nel sacco”. La “variante con il gatto” utilizzata dal Trap, però, già nel 1967 era entrata nero su bianco nel Bignami dell’epoca.

In Italia è comune anche l’espressione “Qui gatta ci cova“, usata quando ci si trova di fronte a una situazione strana, con un elemento che stona come potrebbe essere l’immagine di una gatta che cova un uovo.
È altrettanto famosa anche la “gatta da pelare” che spunta fuori ogni volta che dobbiamo affrontare qualcosa di complicato. L’espressione pare nasca in Inghilterra dall’orribile pratica di realizzare pellicce con il manto dei felini. Nel nostro Paese l’espressione rimanda piuttosto all’idea di tosare o lavare il pelo dei gatti, i più per nulla amanti di acqua e toilettature varie.

Protagonisti di detti e proverbi in tutto il mondo, i gatti nella cultura popolare tedesca hanno anche la capacità di prevedere il tempo durante il mese di marzo. Come recita il detto, infatti, “Quando il gatto sta al sole in febbraio, in marzo si sdraia ancora sul focolare”.

(In copertina foto di Clare Chester su Unsplash))

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