Autore Redazione
giovedì
4 Marzo 2021
05:25
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Cronaca - Alessandria

Centro Incontro Rione Cristo: “Ecco le nostre proposte per sostenere il terzo settore”

Centro Incontro Rione Cristo: “Ecco le nostre proposte per sostenere il terzo settore”

ALESSANDRIA – Sul fronte dell’emergenza del terzo settore, provocata dal covid, è intervenuto il Centro Incontro Rione Cristo.Tutte le associazioni di volontariato, a vario titolo, hanno come scopo l’aggregazione sociale, il sostegno ai più deboli e rappresentano una grossa fetta di persone che si muovono, condividono spazi ed attività, organizzano eventi e soprattutto aiutano chi ha bisogno fisicamente, economicamente e psicologicamente. La maggior parte di queste associazioni, negli ultimi tempi, ha regolarizzato statuti e iscrizioni al registro terzo settore, anche se non possiede un codice Ateco. Queste associazioni si autofinanziano con le loro stesse attività, raccogliendo fondi per la gestione interna e per elargire aiuti concreti alle persone bisognose, sostenendo costi talvolta importanti come utenze, manutenzioni che sono ahimè spese fisse”. 

“Da da quando siamo in emergenza covid” ha aggiunto il Centro Incontro Rione Cristo “queste associazioni sono chiuse, inattive, vuote, dimenticate, in difficoltà o addirittura morte. Questo perché devono rimanere chiuse in quanto considerate fonti di assembramento e contagio (solo le associazioni?). Poi non possono autofinanziarsi perché non possono fare attività e non possono aiutare alcuna persona perché non possono essere frequentate. Inoltre devono sostenere le spese fisse, ma non hanno fondi e stanno esaurendo, dove c’era, la riserva di denaro accantonato. E poi non sono state contemplate da nessun contributo o ristoro e non rientrano in nessuna categoria risarcita in quanto, come detto sopra, non hanno un codice ateco. Su questo fronte lo Stato, le Regioni e le associazioni nazionali di riferimento non hanno fatto nulla”. 

Il governo, dall’inizio dell’emergenza, non ha mai considerato questa fetta importante di popolazione, di persone che hanno bisogno di sostegno finanziario per dare aiuto agli altri, per intervenire su casi di povertà, di sostegno fisico e psicologico. Le regioni, non hanno mai preso in considerazione il “terzo settore”, se non in modo isolato, come in Emilia Romagna. Le associazioni nazionali, hanno portato al tavolo delle trattative nazionali le problematiche esistenti, senza ottenere risposte. Per questo dobbiamo muoverci, per non far morire del tutto questo settore, che rappresenta tutti noi giovani ed anziani, abili e inabili, volontari, soci o assistiti! Esiste un elenco delle realtà iscritte al registro unico del terzo settore, siamo tutti raggiungibili. Se nulla si è fatto finora, se è stata solo una grave dimenticanza, ora, ripeto ora e non dopo, si può rimediare. Proponiamo di inserire le associazioni tra i beneficiari dei contributi, sospendere i pagamenti di utenze e spese fisse e valutare di riaprire almeno solo per dare aiuto e sostegno. Questa vuole essere la prima di una lunga serie di iniziative a favore di un sistema dimenticato da tutti, in primis dal governo che, se volesse, potrebbe rivedere i decreti”. 

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