Autore Redazione
sabato
13 Marzo 2021
09:56
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Cronaca - Alessandria

I Direttori delle strutture complesse di chirurgia del Piemonte: ascoltate i nostri consigli

I Direttori delle strutture complesse di chirurgia del Piemonte: ascoltate i nostri consigli

ALESSANDRIA – Con una lettera aperta i Direttori di Strutture Complesse di Chirurgia del Piemonte reclamano la necessità di essere coinvolti nel processo decisionale sulla situazione covid ma soprattutto illustrano una serie di proposte per affrontare una nuova emergenza. Nel documento si chiede di separare nettamente Ospedali Covid e Ospedali Covid free con proporzioni tra le due realtà già preventivamente ipotizzate e pianificate geograficamente in base a possibili scenari epidemiologici. Nella lettera si sottolinea la necessità di procedere al movimento dei pazienti e dei professionisti da una sede ospedaliera a un’altra in una sorta di rete efficace evitando ogni rallentamento burocratico. Di seguito il testo completo:

Alla luce della nuova impennata, peraltro ampiamente annunciata, della pandemia riteniamo doveroso fornire il nostro contributo in termini propositivi alle azioni che vengono intraprese da parte delle Autorità Sanitarie.
Occorre una premessa che non vuole essere polemica ma necessariamente critica sul fatto che le ripercussioni di molte scelte ricadono come noto su tutte le altre attività sanitarie con conseguenze che ormai sono state valutate come drammatiche nell’ultimo anno in termini di mortalità non direttamente Covid correlata oltre che di scadimento della qualità di cura complessivamente offerta.
Va da se che la drammaticità e l’urgenza dello scenario che ha imposto molte delle decisioni prese di fronte alla prima emergenza escludano ogni critica e vadano anzi apprezzate per la tempestività con la quale sono state inizialmente intraprese.
Le stesse scelte non possono però essere reiterate oggi a distanza di un anno senza tener conto dei risultati e dei costi cui queste ci hanno costretto.
Una analisi costi/benefici è necessaria per intraprendere i passi successivi al primo momento emergenziale.
Certamente il fatto di essere esclusi quale classe chirurgica da ogni struttura decisionale (pur costituendo probabilmente il pilastro portante di ogni Ospedale con tutti i risvolti che ne conseguono…) fa si che in assenza di oggettivi riscontri delle azioni passate ciascuno sia legittimato a fornire il proprio pensiero che nel nostro caso riteniamo autorevole e degno di attenta considerazione.
Ricordo come fummo i primi a iniziare la campagna per le mascherine quando anche nei nostri Ospedali non vi era indicazione al loro uso.
Sostenemmo sin dalla prima ora la necessità di eseguire tamponi per l’accesso dei Pazienti in Ospedale e ci rispondevano che era una pretesa fuori luogo.
Chiedevamo di individuare Ospedali dedicati ed altri Covid free per il corretto e incisivo trattamento della patologia infettiva e al contempo la continuità di tutte le altre cure tra cui in primis quelle chirurgiche e ancora nulla in tal senso.
Oggi viene reiterata ancora una volta la richiesta di limitare le attività chirurgiche per destinare risorse ai Reparti Covid.
Non discutiamo questa esigenza ma la modalità attuativa che sul campo é già risultata difforme priva di alcuna integrazione poco capace di ottimizzare realmente le risorse.
Torniamo allora a proposte concrete.
In primo luogo netta distinzione tra Ospedali Covid e Ospedali Covid free con proporzioni tra le due realtà già preventivamente ipotizzate e pianificate geograficamente in base a possibili scenari epidemiologici.
Con questo si deve dar seguito al movimento dei Pazienti e dei professionisti da una sede ospedaliera ad una altra in una sorta di rete efficace senza difficoltà burocratiche ed amministrative già peraltro ampiamente superate nel privato.
Oggi questa immobilità (e non si usi la scusa del limitare gli spostamenti in corso di pandemia perché la commistione intraospedaliera è ben peggio) è ulteriormente inaccettabile visto il futuro della Chirurgia che sarà sempre più fatto di specificità risultati e volumi piuttosto che di territorialità.
L’affanno degli Ospedali va evitato non con la sola riduzione della attività ma con una diversa e incisiva programmazione.
Questo vale per tutte le attività comprese quelle ambulatoriali e dei servizi che tanto condizionano i nostri Pazienti al punto per non essere interrotte di far ricorso alla burla delle visite e delle richieste che si trasformano in U e B come di incanto .
Ormai alla terza ondata dobbiamo fare tesoro delle esperienze precedenti.
Per quanto attiene alla destinazione delle risorse professionali c’è molto da rivedere e noi siamo disponibili al confronto anche in considerazione delle fallimentari esperienze peraltro annunciate e inascoltate di Ospedali da campo quali OGR e Valentino che sappiamo non essere serviti a nulla se non ad impiegare ulteriori risorse economiche e professionali senza alcun concreto ritorno.
Addolora vedere contrapposte a queste considerazioni oltre la sola limitazione alle attività chirurgiche una vaga richiesta di miglioramento della assistenza domiciliare e del territorio senza alcuna indicazione precisa.
Come sapete questo malessere è tristemente e gravemente diffuso nell’ambito ospedaliero ma la consapevolezza del nostro ruolo spinge a non lasciare che l’indifferenza abbia il sopravvento. Anche questo é un grave risvolto della pandemia che non deve essere trascurato.
È sull’onda di quel richiamo istituzionale ad essere costruttori che vogliamo fornire il nostro contributo .
Certi della Vostra attenzione rinnoviamo il migliore augurio di un proficuo lavoro.

Paolo De Paolis
Past President Sic
Società Italiana di Chirurgia

Silvio Testa
Presidente Società Piemontese di ChirurgIa

Felice Borghi
Consigliere nazionale ACOI

Roberto Polastri
Delegato Regione Piemonte ACOI

Roberto Perinotti
Presidente SICCR
(Società Italiana Chirurgia Colorettale

Piemonte Chirurgia cui fanno capo i Direttori delle Strutture Complesse di Chirurgia Ospedaliera del Piemonte

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