Autore Redazione
martedì
23 Marzo 2021
09:17
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Cronaca - Alessandria

La storia di Patrizia rinchiusa in casa per l’esito di un tampone che non arriva più

La storia di Patrizia rinchiusa in casa per l’esito di un tampone che non arriva più

ALESSANDRIA – Quella di Patrizia non è una storia nuova. Anzi, di testimonianze come la sua ne sono arrivate parecchie in redazione in questo lungo anno di pandemia. Si tratta di storie piccole ma dal grande impatto emotivo per chi le subisce. E Patrizia non fa eccezione. Questa ascoltatrice è da quasi tre settimane in isolamento fiduciario dopo essere entrata in contatto con una persona risultata positiva al Covid-19. “Il mio fisioterapista è rimasto contagiato e mi ha subito contattato. Da quel momento sono entrata in quarantena secondo le disposizioni del Sisp“, spiega Patrizia.

Giovedì 11 marzo ha fatto un tampone molecolare a Tortona per volere del suo medico curante. L’esito, negativo, è arrivato nella mattinata di sabato 13 marzo a poco meno di 48 ore dall’esame. Tuttavia, essendo entrata in contatto ravvicinato con un positivo, l’isolamento fiduciario si è dovuto protrarre per il periodo di oltre una settimana, sino a quando Patrizia non ha fatto un secondo tampone molecolare, questa volta ad Alessandria. Era giovedì 18 marzo. Da quella data non ha più ricevuto risposta e l’esito non le è ancora pervenuto. “Io sto bene, sono reduce da un primo tampone negativo e non ho mai accusato sintomi. Ritengo assurdo che una persona debba rimanere reclusa in casa perché non si sa che fine abbia fatto il mio esame. Da quando l’ho fatto sono passati quasi sei giorni. Ho provato a contattare l’Asl ma non ho ricevuto alcuna risposta“, ha aggiunto Patrizia che spera di uscire il prima possibile da questa prigionia a suo dire ormai immotivata.

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