Autore Redazione
giovedì
25 Marzo 2021
11:27
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Cronaca - Alessandria

Il Piemonte rischia di restare in zona rossa almeno sino dopo Pasqua

Il Piemonte rischia di restare in zona rossa almeno sino dopo Pasqua

PIEMONTE – In attesa della Pasqua in lockdown in tutta Italia, domani prenderà ufficialmente forma il puzzle dei colori delle regioni che si concretizzerà a partire da lunedì 29 marzo. Nel consueto monitoraggio settimanale il Piemonte dovrebbe restare ancora zona rossa sino a dopo Pasqua. La regione amministrata da Alberto Cirio dovrebbe infatti avere un indice Rt superiore ancora a uno (1,33 nei giorni scorsi), ma soprattutto supera la soglia d’allerta dettata dai 250 nuovi positivi giornalieri ogni 100 mila abitanti.

Va detto che, come ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore alla Sanità regionale Luigi Icardi, un lieve miglioramento nei dati c’è stato anche se non così significativo da far lasciare la zona rossa al territorio. In base a quanto previsto dalla normativa è obbligatorio sia rimanere nella fascia di maggior rischio per almeno due settimane ma anche, per venire riclassificati, la “permanenza per quattordici giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive“. In questo senso il Piemonte non ha ancora i numeri giusti per venir promossa in zona arancione.

A preoccupare è anche la situazione dei ricoveri con sintomi dei pazienti risultati positivi al Covid-19. La Regione ha attualmente 354 malati ricoverati in terapia intensiva e 3.608 in altri reparti di degenza riservati al coronavirus. Intanto mercoledì i pazienti-covid all’Ospedale di Alessandria erano 75: 12 in terapia intensiva, 32 in semintensiva e 31 nei reparti a media intensità. Numeri piuttosto bassi se paragonati alla seconda ondata quando era stata toccata addirittura la quota di 250 ricoveri.

Intanto il Governo, subito dopo le festività pasquali, si radunerà per un nuovo Dpcm e Decreto legge per prolungare, con ogni probabilità, le restrizioni per tutto il mese di aprile. Questo perché gli ultimi decreti sono in scadenza al 6 aprile 2021. In quella data l’esecutivo romano dovrebbe farsi trovare già pronto con un nuovo piano per accompagnare gradualmente il Paese fuori dalla fase più acuta della terza ondata spinta anche dalle varianti che hanno investito il territorio nazionale.

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