Autore Redazione
domenica
25 Aprile 2021
00:59
Condividi
Cronaca - Alessandria

La resistenza in provincia di Alessandria raccontata da Gianpaolo Pansa

La resistenza in provincia di Alessandria raccontata da Gianpaolo Pansa

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il 25 aprile si festeggia la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e fascista. Tra le molte pagine di storia che raccontano il periodo della Resistenza, ci sono anche quelle di Gianpaolo Pansa. Nativo di Casale Monferrato, Pansa si laurea all’Università degli Studi di Torino con una tesi intitolata La Resistenza in provincia di Alessandria, lavoro che gli consentirà anche di vincere il primo premio in un concorso bandito dal Comune di Alessandria per un’opera di storia sulla lotta di Liberazione nella provincia alessandrina.

L’opera ripercorre la storia della Resistenza negli anni 1943-1945, ed è articolata in più momenti. Si inizia con il primo periodo, caratterizzato dagli scioperi torinesi che hanno coinvolto quasi 100 mila operai. Da qui, un punto di svolta arriva con l’armistizio: dopo l’8 settembre iniziano a formarsi i primi comitati di resistenza, non senza difficoltà. In seguito al trattato, crollano esercito e intera struttura politica del paese, e gli antifascisti si trovano da soli nell’organizzazione della resistenza al nemico. In questo frangente, oltre a incertezza, paura e sfiducia, imperversano anche difficoltà interne ai vari gruppi di opposizione. Nonostante gli ostacoli, alla fine di settembre, ad Alessandria nasce il Comitato di Liberazione Nazionale provinciale, composto dagli elementi dei cinque partiti principali. Da lì a poco, altri comitati si costituirono nelle zone di Tortona, Casale, Ovada, Novi Ligure, Acqui e Valenza.

Non mancano tinte fosche. Uno dei passi più drammatici racconta il rastrellamento della Benedicta, strage avvenuta tra il 6 e l’11 aprile del 1944. L’operazione impiegò circa 20 mila uomini e fu preparata dai comandi tedeschi di Alessandria e di Genova. Il 7 aprile vennero fucilati lungo il torrente Gorzente 75 ragazzi delle file partigiane; altri furono catturati e giustiziati nei dintorni. Il rastrellamento proseguì per altri quattro giorni. Il 12 aprile alcuni partigiani vennero mandati nei campi di sterminio tedeschi, altri portati alla Casa dello Studente di Genova e fucilati. Il racconto prosegue, passando per l’offensiva partigiana del 1944 e la controffensiva tedesca, che portò ad ulteriori catture e morti.

Tra momenti di speranza e altri di dolore, elementi che hanno caratterizzato la fase finale della guerra, la narrazione si conclude con il resoconto della Liberazione, avvenuto tra il 23 e il 29 aprile 1945. Fu la Quarta Divisione Garibaldi ad iniziare la battaglia insurrezionale, attaccando simultaneamente tutto il settore compreso tra il passo dei Giovi e Pontecurone per impedire il ripiegamento dei nazifascisti in direzione della Lombardia.

Alessandria fu l’ultima ad essere liberata. La città era in estrema tensione dal 22 aprile, quando i tedeschi fecero saltare le polveriere di Casalbagliano e Quargnento. Inoltre, nel capoluogo di provincia, era presente un presidio tedesco e continuavano ad arrivare contingenti nazifascisti provenienti dalla provincia. Ma rinforzi giungevano dalle zone vicine. Tra lotte e azioni diplomatiche, nella notte tra il 28 e il 29 aprile veniva concordata una tregua. Più tardi, nel pomeriggio del 29 aprile, le ultime truppe si arresero al CLN e la provincia era finalmente completamente libera.

Condividi