12 Aprile 2021
05:00
Carlo: “Pulisco i segni dell’inciviltà perché amo il mio quartiere”
ALESSANDRIA – Carlo Menabò da 56 anni distribuisce il caffè che porta il suo cognome nei bar dell’Alessandrino. Oltre a occuparsi dell’azienda dove oggi lavorano i figli e i nipoti e del bar in piazza Ceriana, l’alessandrino di 82 anni tiene anche pulito il suo quartiere.
Carlo afferra scopa e paletta per togliere i segni dell’inciviltà di altri alessandrini da strade e aree verdi del Cristo. Un’azione che ha colpito un altro residente, Salvatore, che ha contattato la redazione di RadioGold per segnalare l’impegno del concittadino.
Carlo per tutti è “quello del caffè” ma lui si definisce “lo spazzino della caserma del Cristo”. L’alessandrino cura le aiuole davanti alla sua abitazione e spazza via la sporcizia non solo davanti alla sua attività in piazza Ceriana. Carlo abita al Cristo da 67 anni, è cresciuto alle casermette e ama e sostiene il suo quartiere “non solo a parole”, ci tiene a precisare. Grande amore di Carlo sono anche gli animali. Ha un cane che non darebbe via “neppure per un milione di euro”, ha aiutato economicamente il canile Cascina Rosa e non sopporta “la mancanza di senso civico” di chi non pulisce.
Carlo usa un linguaggio colorito per definire chi non raccoglie gli escrementi degli animali perché “per colpa di quei pochi” le persone “se la prendono poi con i cani”. Sui cartelli che ha sistemato sull’erba, ha precisato, ha usato parole “più gentili” per ricordare ai padroni il loro dovere di tenere pulito: “le persone civili quando il cane sporca raccolgono. Grazie”.
“Non posso imporre la mia passione per l’ordine e la pulizia agli altri – ha sottolineato Carlo – ma ci sono leggi precise che vanno rispettate. Non è giusto che i bambini non possano giocare nell’erba perché qualche maleducato non ha pulito e non è giusto che i cani siano considerati responsabili di comportamenti che dipendono dai loro padroni. Anche io ho i miei difetti ma tengo al mio quartiere e faccio la mia parte perché non si può sempre e solo girare la testa dall’altra parte”.