26 Aprile 2021
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Il 26 aprile di 35 anni fa il disastro di Chernobyl: il racconto tra film, libri e serie tv
RADIOGOLD – Chernobyl, 26 aprile 1986. All’1.23, nel cuore della notte, un’esplosione: è il reattore numero quattro. Si attivano allarmi antincendio, e arrivano anche i pompieri. Ma ormai è troppo tardi. La storia inizia il decennio precedente, nel 1970, quando l’Unione Sovietica (ai tempi dei fatti l’Ucraina faceva parte dell’URSS, ndr) inizia la costruzione della nuova atmograd, “città atomica”, Pripyat, che avrebbe accolto come abitanti i costruttori e gli operai della centrale nucleare di Chernobyl, insieme alle famiglie.
I lavori per la costruzione dei reattori proseguirono per quasi tutto il decennio, e il primo entrò in funzione nel 1977, seguito a breve dal reattore numero 2. Nel 1979 Pripyat viene inaugurata come città, e Chernobyl produce i primi dieci miliardi di KWh di elettricità. Quattro anni più tardi, nel 1983, anche il quarto reattore è completo, e diviene operativo il 20 dicembre: il 22 dicembre si proclama giornata di festa per i lavoratori del settore. Nel 1985 si scopre la reale estensione dell’incidente del 1982, quando il nocciolo del reattore numero 1 si era parzialmente fuso. In questa occasione, il ministro dell’Energia Anatoly Mayorets stabilisce che le informazioni in merito ai danni causati non dovevano essere utilizzate da radio, giornali e televisioni.
Poi il disastro. Per il 25 aprile 1986 è previsto un test: obiettivo, verificare se i gruppi di elettrogeni Diesel riescono ad accendersi in tempo per pompare acqua di raffreddamento nel reattore in caso di diminuzione di potenza. Dodici ore dopo il reattore arriva al 50%, e rimane a questa potenza per nove ore in più rispetto al previsto. Ma viene comunque spento il sistema di raffreddamento ausiliario. Il test prosegue anche la notte tra il 25 e il 26 aprile, e intorno a mezzanotte e mezza la situazione inizia a sfuggire di mano agli operatori: cade improvvisamente la potenza del reattore e si attivano le pompe di raffreddamento ausiliarie.
Si tenta con tutti i mezzi di far risalire la potenza, ma iniziano a saltare i tappi delle condutture del combustibile. La pressione del vapore è in caduta libera. Pochi minuti più tardi le due esplosioni. Il giorno dopo inizia l’evacuazione dei residenti, cui era stato detto che i problemi e i disagi si sarebbero risolti nel giro di qualche giorno. Ma le reali conseguenze le conosciamo, e sono tangibili ancora oggi. Film, libri e serie tv si sono ispirati agli eventi di quella notte, alcuni concentrandosi sull’aspetto politico, altri sull’aspetto storico e altri ancora sui disastrosi effetti dell’esplosione e della conseguente diffusione di radiazioni. Radiazione che raggiunsero non solo le città vicine, ma anche Francia, Scozia, Regno Unito e Italia.
Cherbobyl Italia. Segreti, errori ed eroi: una storia non ancora finita, scritto da Stefania Divertito ed edito dalla Sperling & Kupfer nel 2019, racconta molti dettagli sconvolgenti su uno dei peggiori disastri nucleari della storia, che ancora oggi sono tenuti sotto osservazione dalla comunità scientifica. Un racconto più storico è invece legato al titolo Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow, che racconta minuto per minuto l’incidente che ha sconvolto il mondo. Il libro è il resoconto di cinque anni di ricerche, attraversa la storia del disastro, le conseguenze, il processo portato a termine dall’URSS e le relative bugie. Il tutto, alternato al racconto del viaggio intrapreso da Leatherbarrow nella città ucraina.
Un’altra lettura in merito decisamente interessante può essere Chernobyl. Pripyat e la zona di esclusione di Davide Ribella. Protagonisti del racconto sono la città di Pripyat, oggi città fantasma, a pochissimi chilometri dalla centrale nucleare, che all’epoca dei fatti ospitava quasi 50mila persone, evacuate soltanto il giorno dopo all’esplosione. Ma protagonisti sono anche le piccole città e i villaggi circostanti la zona, alcuni evacuati, altri rasi al suolo a causa della radioattività. Ampio spazio, nella narrazione, è lasciato anche ai residenti che illegalmente sono tornati nelle loro abitazioni, e ai vigili del fuoco dell’Armata Rossa, che hanno pagato a caro prezzo il salvataggio di centinaia di migliaia di persone. Chiudiamo questa carrellata letteraria con Preghiera per Cernobyl. Cronaca del futuro dell’autrice Svetlana Aleksievic
Tra i prodotti cinematografici più interessanti, sicuramente va menzionata la miniserie Chernobyl (2019), scritta e creata da Craig Mazin e diretta da Johan Renck. Attraverso cinque episodi e basandosi sui racconti degli abitanti di Pripyat, raccolti proprio dalla scrittrice Svetlana Alexievich, la serie narra la storia del disastro nucleare. Un prodotto sconvolgente, sia dal punto di vista visivo che emotivo. In Russia la serie non è stata apprezzata, e lo Stato stesso ha parlato di “frode storica”. Si intitola invece Chernobyl: Abyss (2020) la risposta russa alla serie americana. Il film, diretto da Danila Kozlovosky, segue le vicende dei tre protagonisti, un pompiere, un ingegnere e un subacqueo militare che proveranno a contenere le radiazioni causate dall’esplosione del nocciolo del reattore numero 4.
Ma la produzione letteraria e cinematografica ha visto anche altri prodotti più fantasy e popular basati sugli eventi del 26 aprile. Tra questi Chernobyl Diaries – La mutazione (2012). Il film racconta la storia di tre ragazzi americani che da Los Angeles decidono di intraprendere un viaggio in Europa. Quando arrivano a Kiev, dove vive il fratello maggiore di uno dei protagonisti, decidono di ingaggiare una “guida turistica” di escursioni estreme. Nonostante i segnali di pericolo, si avventurano nell’esplorazione di Pripyat, che scopriranno non essere abbandonata come sembra. Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca il film d’azione Die Hard – Un buon giorno per morire (2013): un poliziotto newyorkese e il figlio devono mettere da parte i risentimenti e collaborare per proteggere un informatore russo e ostacolare un disastroso crimine a Chernobyl.
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