Autore Redazione
giovedì
14 Maggio 2015
17:33
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Cronaca - Alessandria

A giugno l’arco del Meier e intanto il ponte di Alessandria protagonista a New York [VIDEO]

A giugno l’arco del Meier e intanto il ponte di Alessandria protagonista a New York [VIDEO]

ALESSANDRIA – Il ponte Meier ancora non è finito ma la sua fama è già destinata a varcare i confini nazionali. Il manufatto alessandrino infatti sarà protagonista di un appuntamento di grande rilievo organizzato a New York lunedì prossimo. Si tratta dell’annuale settimana del design newyorchese che, fino al 19 Maggio, riempirà la città di attrazioni ed eventi. Tante le novità di questa edizione 2015, tra cui l’iniziativa della ICFF, International Contemporary Furniture Fair, che offre alle firme internazionali che partecipano alla settimana del design la possibilità di esporre anche perché non tutto il talento è fatto in casa, e l’evento newyorchese sempre più spesso viene incluso nei calendari internazionali. Il ponte Meier “sarà il leader” di uno di questi appuntamenti, quello organizzato lunedì nella sede di Flou a New York, dal titolo “The american architects meet italian design”, durante il quale verrà presentato “Il ponte di Meier. Dal passato al futuro”. Relatore sarà Dante O. Benini, coprogettista della struttura, affiancato, in qualità di guest of honor, da Richard Meier.

“Si tratta – ha spiegato Dante O. Benini a Radio Gold Newsdell’evento più importante a New York dal punto di vista dell’architettura. Essere in quella metropoli e non portarmi un pezzo d’Italia dietro sarebbe stato quantomeno bizzarro. Ho quindi pensato di portare con me Richard Meier per parlare del ponte, cosa che non avrei mai fatto senza di lui. Lui è venuto perché c’ero io e perché parleremo del ponte e quindi questo senza dubbio gratifica Alessandria. Io lo ricordo, Alessandria è l’unica città italiana, dopo Roma e Parma, con un’opera di Meier, ma la cosa più straordinaria è che si tratta dell’unico ponte nella sua vita. Il ponte dell’uomo che senza dubbio rientra nella rosa dei più grandi architetti del mondo“. 

Benini in una recente intervista ha parlato delle difficoltà che incontra l’architettura nell’affermarsi e nello svincolarsi da certi retaggi del passato e allora Alessandria potrebbe diventare una sora di palestra dove poter sperimentare e al contempo coltivare la cultura del bello: “l‘Italia preferisce l’immobilismo perché qualsiasi movimento potrebbe far decadere i privilegi di alcuni mediocri. Quando si capisce che la buona architettura vende è evidente che questo stimolo non farà altro che rendere orgogliosa la popolazione. Una volta abituati al bello è difficile tornare indietro. Se qualcosa ti emoziona poi è difficile tornare sui propri passi”. 

Intanto il ponte Meier ad Alessandria cresce, sebbene  il maltempo abbia guastato il cronoprogramma: “i lavori stanno procedendo nella norma ma hanno subito una botta di rallentamento per le numerose e spaventose piene. Questo non ha aiutato. Però l’impresa sta lavorando in maniera esemplare, sembra socia dell’operazione per come sta lavorando. Non ha chiesto un euro in più e non ha mai fatto nascere un contenzioso. Ad Alessandria stiamo facendo un ponte per 14 milioni che ne vale almeno 30. Noi stiamo costruendo qualcosa di estremamente costoso al prezzo di un manufatto estremamente economico dove nessuno ha avuto l’ardire di chiedere un euro in più“. 

La sepranza è che questa opera possa riavcinare i cittadini al fiume: “io ho avuto il merito di aver inventato la passerella pedonale perché occorreva un contrappeso. Ho pensato di riavvicinare le persone che si erano allontanate dal Tanaro dopo l’alluvione del 1994 pensando che il ponte potesse essere un luogo di incontro e non di passaggio“.

Benini ha poi apprezzato l’operosità alessandrina e “il coraggio e la determinazione del sindaco di Alessandria, oltre che la sua onestà adamantina”.

Rispetto alla città nel suo complesso e sulla forza architettonica Benini ha concluso invitando a guardare al futuro: “ad Alessandria c’è una grande storia che parte dalla rivoluzione francese. Ora occorre spingere insegnando ai cittadini che il bello non è bello in quanto tale. Il bello dà benessere e normalmente è benessere. Se dietro un segno interessante c’è anche una qualità di vita allora gli alessandrini capiranno che dovranno lasciare a casa persone ubriache che fanno il mio mestiere e chiamare gente buona, in gamba. Imparerà ad avere capacità di critica e analisi. Roma è stata per 150 anni ferma e all’improvviso ha scoperto che chiamare Piano per l’Auditorium, Meier per l’Ara Pacis, al di là delle polemiche di pochi meschini, perché la meschinità è la sorella principale dell’invidia, porta turisti. Una volta capito che il turista non va a vedere solo il Colosseo ma visita anche l’Ara Pacis, il Maxxi o l’auditorium si comprende l’importanza di queste opere. e il loro impatto Occorrono solo le risorse e la volontà”.

Intanto il ponte Meier cresce di giorno in giorno e i pezzi dell’arco arriveranno a inizio giugno per cominciare a essere assemblati. A quel punto la vera anima della struttura comincerà a essere visibile, mentre oggi già se ne parla nei salotti di studiosi, appassionati e rofessionisti dell’architettura.

 

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