11 Maggio 2021
10:49
Emergenza Covid: resiste il coprifuoco ma potrebbe essere spostato alle 23
ROMA – Con la curva dei contagi e delle vittime in lenta decrescita, il Governo sta pensando di scegliere la linea dura per evitare una nuova impennata. Ecco che si dovrebbe mantenere il coprifuoco, ma probabilmente sarà posticipato alle 23. Le terapie intensive si stanno svuotando, e la campagna di vaccinazione procede senza particolari intoppi, ma, come non ha mancato di sottolineare più volte il Premier Mario Draghi, sono necessarie gradualità e prudenza per non tornare indietro.
I numeri veri, quelli in cui ci sarà la fotografia di quanto avvenuto a partire dalle riaperture del 26 aprile, si vedranno soltanto con il monitoraggio di venerdì prossimo. È quanto si legge su Ansa. Ed è proprio questo il motivo per cui le misure restrittive non saranno completamente eliminate, a partire proprio dal coprifuoco. Sull’abolizione del coprifuoco, diverse le pressioni che provengono dal centrodestra, Italia Viva e buona parte delle Regioni. Ma – sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza – le riaperture saranno irreversibili solo se verranno rispettati i protocolli e le tempistiche.
Nei prossimi giorni, poi, in base all’andamento della curva epidemiologica, si valuteranno le riprese di quelle attività che non sono ancora ripartite, come ad esempio il wedding ma anche riapertura di piscine al chiuso e centri commerciali nei fine settimana. I dati attuali, però, non sono positivi per tutte le regioni: Lombardia, Veneto e Campania – conferma l’analisi del Gimbe – rischiano il passaggio in arancione. Sempre sul fronte “colori”, è previsto mercoledì un incontro tra il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, Roberto Speranza e le Regioni per rivalutare il sistema delle suddivisioni, basandosi non più sull’indice di diffusione del contagio ma sull’Rt ospedaliero e la percentuale dei vaccinati tra le categorie più a rischio.
Speranze anche dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, il quale afferma che si potrebbe rivalutare l’utilizzo delle mascherine, che potrebbe diventare obbligatorio soltanto al chiuso o, all’aperto, in caso di assembramenti. Ma si tratta di un’ipotesi che potrà essere presa in seria considerazione soltanto una volta che sarà superata quota 30 milioni di dosi somministrate (attualmente, stando ai dati ministeriali, sono a quota circa 24,5milioni).