11 Maggio 2021
12:17
Seconda dose del vaccino AstraZeneca: ecco come cambia la campagna in Piemonte
PIEMONTE – La Commissione europea, guidata da Urusla von der Leyen, non rinnoverà il contratto per ricevere i vaccini da AstraZeneca. E a spiegare il motivo di questa decisione è stato il commissario Ue, Thierry Breton: “La società non ha rispettato gli impegni contrattuali e per questo la Commissione ha attivato un’azione giudiziaria”. Un problema, dunque, che non è legato alla qualità del prodotto quanto piuttosto alla sua reperibilità in tempi cadenzati.
All’Italia, per esempio, l’azienda farmaceutica ha più volte ridotto le forniture, per un totale di 6,5 milioni di dosi consegnate rispetto alle 18 milioni di Pfizer-BioNTech. E i ritardi hanno generato difficoltà ai governi, che vanno a sommarsi al batti e ribatti con Aifa ed Ema sulla sua efficacia. Ma che cosa succede ora? L’Unione Europea vuole ora puntare tutto su Pfizer, che ha però costi più ingenti. Tuttavia, in Italia, la disponibilità di AstraZeneca – come si legge in una indagine de il Sole24Ore – è ancora elevata, anche se la distribuzione a livello regionale non è equamente diffusa: in alcune Regioni le percentuali di utilizzo del vaccino anglo-svedese sono decisamente basse.
Altre, tra cui il Piemonte, si sono offerte per raccogliere le dosi in eccesso rimaste nei magazzini. “Non vogliamo prendere i vaccini a nessuno. […] Quando però leggiamo che ci sarebbero milioni di dosi ferme in alcuni magazzini di diverse regioni, allora io conoscendo la sensibilità e l’efficienza del generale Figliolo a lui mi rivolgo, chiedendo se non sia possibile ragionare sulla possibilità di darle ad altre regioni che invece le utilizzerebbe”, ha dichiarato in merito Alberto Cirio, Presidente della Regione. Ma a partire da oggi, anche la Regione con capoluogo Torino ha sospeso l’inoculazione di AstraZeneca. Garantita però la conclusione dell’immunizzazione a coloro che hanno ricevuto la prima razione con il prodotto anglo-svedese. Esaurite le scorte, anche in Piemonte si procederà – sulla linea europea – con Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson.
Buone, in generale, le prospettive: “A giugno il Piemonte dovrebbe ricevere oltre 2 milioni di dosi sui 25 milioni consegnati in Italia: se le forniture saranno confermate, è plausibile che agli inizi dell’autunno gran parte della popolazione piemontese avrà ricevuto la prima dose”, ha dichiarato Luigi Icardi, assessore alla Sanità.