Autore Redazione
giovedì
13 Maggio 2021
11:29
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Cronaca - Alessandria

Imam nel carcere di Alessandria esaltava Al Qaeda e invocava distruzione del Vaticano

Imam nel carcere di Alessandria esaltava Al Qaeda e invocava distruzione del Vaticano

ALESSANDRIA – Istigazione a delinquere, in relazione ai delitti di terrorismo, nonché propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Sono le accuse a cui deve rispondere un detenuto di nazionalità marocchina nei confronti del quale il Ros ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Torino su richiesta della Procura.

Secondo l’accusa l’indagato, attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Novara, tra luglio 2020 e lo scorso marzo, sfruttando il ruolo di Imam all’interno della Casa di Reclusione di Alessandria – San Michele, ha esaltato alcuni atti terroristici commessi da cellule di Al Qaeda e Daesh ed esortato i fedeli al jihad armato contro i miscredenti, invitandoli alla commissione di atti di martirio e violenza contro le autorità italiane.

Le indagini del Ros hanno evidenziato che il cittadino marocchino, durante le preghiere del venerdì, tenute all’interno dell’istituto penitenziario di Alessandria, ha esaltato diversi attentati terroristici, tra i quali quelli commessi in Francia all’indomani della riedizione delle vignette satiriche su Maometto da parte della testata Charlie Hebdo, avvenuta nel settembre 2020. Diverse sono state le invettive nei confronti della popolazione ebraica, ritenuta nemica giurata dell’Islam e di cui è stata auspicata l’eliminazione.

Le intercettazioni hanno anche posto in luce come, nell’attività di proselitismo verso gli altri detenuti di fede musulmana, l’indagato abbia incitato all’odio religioso, invocando la distruzione del Vaticano ed esprimendo la propria ammirazione per Osama bin Laden e Mohammed Atta, definiti rispettivamente difensore dell’Islam e persona rispettosa dei principi religiosi più autentici.

Dagli accertamenti degli investigatori è emerso che l’uomo, durante alcuni dialoghi, ha più volte espresso la volontà di realizzare azioni di martirio in nome del jihad (mediante attacchi terroristici con l’utilizzo di armi da fuoco, esplosivi o autoveicoli), manifestando anche risentimento nei confronti dell’Autorità Giudiziaria, ritenuta responsabile della propria detenzione, con propositi ritorsivi verso il Tribunale di Torino. Il Ros ha anche eseguito diverse perquisizioni a carico di soggetti nordafricani, detenuti presso la Casa di Reclusione di Alessandria – San Michele, nonché nei confronti della moglie del destinatario del provvedimento cautelare, una cinquantenne della provincia di Torino.

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