21 Maggio 2021
09:48
Migranti, è scontro tra Vescovi e Regione: “Egoismo non è nel dna del Piemonte”
PIEMONTE – Sull’accoglienza di una cinquantina di migranti il Piemonte si divide. Da una parte la Regione con l’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca, contrario ad accogliere altri profughi, dall’altra i Vescovi piemontesi che parlano di un “egoismo” lontano dai valori di questo territorio. “Il Piemonte ha già dato in questi anni e adesso dobbiamo pensare ai piemontesi che devono essere vaccinati e dobbiamo fare ripartire il territorio e occuparci anche di immigrazione diventa complicato“, ha spiegato Ricca opponendosi a un nuovo arrivo di migranti. L’assessore alla Sicurezza aveva sottolineato come il Governo abbia segnalato l’arrivo di “50 persone. Speriamo che possano essere gli unici, almeno chiedano alle Regioni cosa ne pensano, se ci sono regioni pronte ad accogliere che li accolgano pure, noi abbiamo altre priorità“.
Dopo queste affermazioni non è tardata ad arrivare la replica dei Vescovi piemontesi. In una lettera firmata dal presidente della Conferenza episcopale, mons. Cesare Nosiglia, dall’incaricato per la Caritas, mons. Piero Delbosco, e dall’incaricato per Migrantes e missioni, mons. Marco Prastaro si sottolinea come “la richiesta di dare spazio ad un gruppo di migranti è un appello non solo alle istituzioni, ma anche alla coscienza umana e religiosa della nostra gente. È un invito ad allargare lo sguardo nella certezza che ripartiamo solo se lo sapremo fare insieme e con tutti coloro che ci chiedono attenzione e considerazione. Certo, i modi e gli strumenti vanno definiti bene per promuovere la dignità di tutti. Il dialogo interistituzionale va rispettato e coltivato, lo sguardo realistico non va stigmatizzato. Ma non possiamo fare passi indietro“.
I Vescovi hanno sottolineato che “ancora una volta il mondo dolorante bussa alle nostre porte, nel mezzo di una pandemia per cui noi stiamo iniziando a cantare vittoria e tanti altri continuano a pagare prezzi altissimi ed insostenibili”, spiegando che “il Governo centrale si è attivato con la collaborazione delle Prefetture che in tanti territori, Piemonte compreso, hanno già identificato opportunità e assicurato la disponibilità di accoglienza per gruppi limitati di persone”. Purtroppo aggiunge aggiunge monsignor Nosiglia “nelle ultime ore una presa di posizione da parte regionale ha evidenziato perplessità e sollevato eccezioni” ma “lo sguardo concentrato su di sé non è mai stato lo stile della gente del Piemonte. Nemmeno in momenti molto faticosi e difficili come gli attuali”. Ecco che “l’impegno profuso in passato non solo non è scusante per un ritiro nel presente, ma è stimolo a costruire l’oggi e il domani in continuità con scelte che hanno dato qualità al vivere civile, al sentire umano, alla percezione religiosa della nostra Regione”.
I Vescovi di fatto hanno chiesto di “non chiudere, di non escludere, di non rifiutare persone che sono già parte del nostro futuro” questo perché “la solidarietà, con lo sforzo che tutto il nostro Paese sta mettendo, è un valore che va difeso e promosso anche quando affronta temi finora divisivi, perché il bene comune non è mai ‘contro’ ma ‘insieme’”. Nella lettera si ringrazia anche “la Prefettura che accoglierà questi immigrati in apposite sedi già individuate, ma in ogni modo anche la Chiesa è disposta, se necessario, a fare la sua parte”.