25 Maggio 2021
14:24
Quando il calcio è alla dignità e ad Aurora Leone. Iennaco: “La discriminazione femminile è all’ordine del giorno”
ALESSANDRIA – Aurora Leone dei The Jackal è stata cacciata dal tavolo della Nazionale Cantanti perché donna. È quanto emerge dalle parole della stessa attrice, che ha denunciato l’accaduto attraverso i suoi canali social. Alla vigilia della Partita del Cuore Aurora e Ciro (altro membro del collettivo The Jackal e vincitore della prima edizione italiana di Lol – Chi ride è fuori), entrambi convocati, ieri sera si sono accomodati alla tavola della Nazionale Cantanti insieme colleghi e compagni di squadra. Ma per loro la cena non è neanche iniziata. Gianluca Pecchini, direttore generale della NC, si è avvicinato al duo comico e ha intimato alla ragazza di andarsene. I due si sono alzati, convinti di dover lasciare il tavolo perché parte della squadra avversaria. Ma Pecchini è stato chiaro: solo Aurora doveva andarsene. “Le donne non giocano”, avrebbe detto come riporta Leone. Eppure la ragazza era stata convocata, e aveva tutto il diritto di restare seduta lì con loro.
La vicenda di Aurora Leone ci porta però a riflettere in termini più generali sulla discriminazione delle donne nel mondo del lavoro. “È un argomento sicuramente molto ampio quello della disparità femminile sul luogo di lavoro, a partire dal ruolo di potere nei quali le donne faticano a entrare. In questo senso nel nostro sistema patriarcale c’è sempre del pregiudizio”, dichiara Maria Iennaco, della Cgil di Alessandria. Continua: “Poi nel nostro Paese c’è una totale mancanza di servizi a disposizione delle famiglie, e quindi quando una donna decide o si trova a voler portare avanti una gravidanza a quel punto si apre un’ulteriore difficoltà: diventa una scelta tra carriera e famiglia. E questa è una discriminazione”.
E ancora: “Un altro aspetto di rilievo è la penalizzazione sul tipo di lavoro: le donne sono ancora viste come adatte a mansioni di cura ed è tutt’ora insolito vederle nelle fabbriche. Come sindacato abbiamo notato che le lavoratrici stanno uscendo sempre più spesso dal mondo dell’industria. Non essendoci sostegni da parte dello Stato è difficile in questo ambito dividersi tra lavoro e famiglia”. E di conseguenza, spiega, molte aziende preferiscono assumere uomini, che sono visti come una garanzia, un investimento più sicuro. Un altro aspetto discriminatorio riguarda anche la fase dei colloqui: “Alle donne viene chiesto se intendono mettere su famiglia, ma agli uomini no. È un tipo di ragionamento che si sente spesso”, continua Iennaco. “La discriminazione per le donne è quindi all’ordine del giorno”.
In merito alla situazione della nostra Provincia, la Cgil ha ricevuto diverse segnalazioni: “Alcune lavoratrici sono venute da noi perché magari erano precarie in quel momento. E c’era una sorta di ricatto esercitato da chi era a più stretto contatto con queste donne: si prometteva il tempo indeterminato in cambio di disponibilità extra-lavorativa”. E l’aspetto più grave – conclude – è che in molte casi ci hanno chiesto di non intervenire formalmente per paura: “Il fatto di non sentirsi libere di poter fare questo tipo di denuncia per paura di ritorsione è un problema. Se sono una lavoratrice precaria e sporgo questo tipo di denuncia c’è il rischio che non mi assuma più nessuno. E noi come sindacato cerchiamo dove siamo presenti di combattere anche questo tipo di discriminazione”.
A commentare l’accaduto anche Maria Grazia Spanò, Presidente dell’Alessandria calcio femminile: “Ci sono ancora tanti pregiudizi, e di strada da fare ce n’è davvero molta”. La numero una dei grigi aggiunge: “Manca anche educazione, che dovrebbe essere impartita a partire dai bambini sul rispetto dei diversi sessi. Purtroppo abbiamo fatto passi da gigante per tante cose, ma passi da gambero in tante altre”. Spanò sottolinea inoltre tutto il suo sgomento “quando stamattina ho letto la notizia, che però non ho avuto modo di approfondire, mi sono dispiaciuta. Il pregiudizio sulla donna c’è, così come quello sull’essere inferiore e su tante cose. E mancano anche educazione e intelligenza sulla materia”. Ma fortunatamente, né da mamma di una ragazza che gioca a calcio, né da Presidente della società, non si è mai imbattuta in episodi discriminatori.