28 Maggio 2021
05:08
Il sogno di Abbate (Italexit-Paragone): “Rilanciamo l’autodromo di Morano sul Po per ospitare anche la Formula 1”
CASALE MONFERRATO – Inaugurato ufficialmente il 19 marzo 1973, l’autodromo di Morano sul Po ha una storia breve ma gloriosa. Nel suo primo anno di attività vide disputare al suo interno gran premi per la stagione di Formula 3 italiana e la Challenge Ford Escort Mexico. L’anno dopo, il 1974, fu l’anno dei record: affluirono al circuito quasi 100 mila spettatori per assistere a 17 gare di varie categorie. E questo successo portò a pensare addirittura a un possibile ampliamento dell’autodromo. Poi la crisi.
I primi problemi arrivarono già nel 1975, quando la popolazione locale lamentava fastidio causato dai forti rumori provenienti dal circuito. “È stato chiuso nel 1977”, dichiara Alessandro Abbate, Consigliere comunale di Casale Monferrato e da poco passato a Italexit di Gianluigi Paragone. Da allora l’autodromo risulta essere in rovina. “Secondo me il turismo è in mano a pochi, e non c’è tutto questo interesse per far sì che le cose cambino e che torni lo sfarzo di un tempo. Questo andrebbe a interferire con i meccanismi turistici di oggi, e di conseguenza quei pochi che lo gestiscono sarebbero scontenti” continua Abbate. “Se stiamo a vedere, nella nostra zona abbiamo una struttura come questa, la motonautica e la pista da motocross, e si giustificano queste chiusure con dei pretesti ambientali che però da altre parti non ci sono, anche all’interno dello stesso territorio Unesco”, ha aggiunto il consigliere.
La pista – sostiene – è un bene privato, ma che è anche una risorsa pubblica: quando il circuito era in auge, i turisti attratti da tutta Italia e da tutta Europa erano molti. “Non ci sono responsabilità precise per questo stato di decadenza, ma recentemente nessuno si è mosso in questo frangente. Il fatto è che abbiamo politici che non hanno un progetto per il territorio: si parla di turismo, di enti e di agenzie, ma la sostanza non cambia”.
Il sogno di Abbate è quello di rilanciare l’autodromo a partire dalla Formula E (il gran premio svolto tra le monoposto a motore elettrico), proprio per andare incontro alle esigenze ambientali: “Sono consapevole del fatto che c’è un ambiente da tutelare, e la Formula e, una competizione che va incontro alle esigenze del territorio”, racconta. “Innanzitutto c’è assenza di inquinamento acustico, perché i veicoli producono solo un leggero sibilo, e visto che la leggenda narra che questo circuito è stato chiuso perché le galline di Pontestura non facevano più le uova andremmo a togliere un grande problema”. E conclude: “Ma il sogno a cui ambisce una persone che vuole aprire un circuito è vedere la Formula 1 o la Moto GP”.