1 Giugno 2021
15:04
Tutti convinti, Valenza è una città creativa e comunque andrà sarà un successo
VALENZA – A Valenza sono tutti d’accordo, “Valenza è una città creativa” e anche l‘Unesco se ne convincerà. Nella sala del consiglio comunale una lunga carrellata di rappresentanti di istituzioni e associazioni ha spiegato perché ha sposato questa candidatura. Il riconoscimento non è scontato perché passerà da una prima selezione che porterà l’Italia a indicare due nomi. La speranza è che i talenti e il corposo dossier redatto per mostrare le doti valenzane, insieme al tessuto creativo passato e presente, possano portare all’investitura Unesco nonostante la concorrenza, solo in Italia, di 11 città.
La differenza però rispetto alle altre realtà è la coesione che ha saputo sfoggiare tutta la comunità, ha spiegato il sindaco Maurizio Oddone. “Tutta la città ha lavorato per la gioielleria e lo fa ancora oggi per questo la candidatura è figlia di un percorso che ha coinvolto tutti – ha puntualizzato il primo cittadino”. Un approccio coeso sottolineato anche dall’assessore regionale allo Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese, Andrea Tronzano, affascinato dalla capacità valenzana di mettere insieme dalle micro alle grandi imprese, un modello “applicato bene sul territorio che tutto il Piemonte deve imparare a emulare“. Anche la candidatura a città creativa, ha aggiunto Alessandro Portinaro della Fondazione Links, curatrice del dossier, è infatti “frutto di un territorio che ha saputo unire le forze attraverso un coinvolgimento dal basso“. Un lavoro che comunque “darà visibilità ulteriore a Valenza, svilupperà professionalità, permetterà di dare impulso al polo del lusso e consentirà di investire sulla sostenibilità“.
La candidatura a città creativa arriva in un momento quasi perfetto per la possibilità di intercettare fondi governativi, ha proseguito ancora Tronzano, anche perché il futuro del territorio e del Paese si gioca sul fronte lavorativo ha puntualizzato l’onorevole Riccardo Molinari, Capogruppo della Lega alla Camera: “Il Piemonte ha per natura la cultura del lavoro e del saper fare e Valenza rappresenta un modello vincente perché è un territorio costretto, per primo, a vivere le conseguenze della globalizzazione ma anche a uscire per primo dalla crisi conseguente“. Una crisi patita ferocemente dalle piccole imprese che però “sono state l’asse portante dell’immagine valenzana“, ha ricordato Massimiliano Malvezzi, Cna Valenza, “con l’auspicio che possano continuare a essere centrali anche in futuro“.
A prescindere da come andrà, ha chiosato Molinari, i progetti contenuti nel dossier dovranno essere portati avanti. È il caso, per esempio, del Museo dell’arte orafa, condiviso dall’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio, convinta sostenitrice dell’idea, affiancata da Luca Dal Pozzolo della Fondazione Fitzcarraldo che ha illustrato un piano in cui si suggerisce la creazione, come punto di partenza, di una “struttura molto piccola che faccia capire le potenzialità del museo, destinato a crescere in prospettiva“.
In tutto questo dovrà avere un ruolo centrale la formazione, ha spiegato Veronica Porro del Foral, “dopo che per anni il settore è stato impoverito progressivamente rispetto a 10 anni prima“. Il terreno però ora è fertile e soprattutto convintamente unito, ha detto Alessia Crivelli della Fondazione Mani Intelligenti, portatrice del pensiero di 50 aziende valenzane e intenzionata ad assecondare i tanti progetti che il dossier contiene per proseguire la politica dei “grandi passi avanti” fatta finora. Ed è proprio la comunione di intenti la nota di fondo che ha colpito ed entusiasmato i vari attori, come ha spiegato Barbara Rizzi del Consorzio Divalenza, e il vicesindaco Luca Rossi, orgoglioso delle “tantissime realtà che hanno preso parte al progetto” consentendo a Valenza di “giocare bene le proprie carte“. Proprio questa adesione larghissima, apprezzata anche dall’onorevole della Lega Lino Pettazzi, è stata incensata da Carlo Frascarolo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e Slala, ricordando il ruolo di Cravera nel lanciare l’idea poi “sposata con lungimiranza dall’attuale sindaco e dalla giunta“. Ed è questo ultimo aspetto, ha continuato Frascarolo, ad aver permesso di introdurre un nuovo , più positivo e concreto approccio della città nei rapporti con la politica e le istituzioni.
Valenza ora dovrà aspettare e sperare ma la città, ha concluso il sindaco, “è fiduciosa” e ha intrapreso un percorso in grado di dare comunque maggiore consapevolezza al territorio.