Autore Redazione
mercoledì
30 Giugno 2021
17:57
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Cronaca - Alessandria

Green Pass operativo dal primo luglio in UE: ecco come funzionerà

Green Pass operativo dal primo luglio in UE: ecco come funzionerà

EUROPA – Il certificato Covid Ue digitale, o Green Pass, che entra in vigore in tutta l’Ue domani, dovrebbe aiutare i viaggiatori all’interno dell’Unione che lo detengono a evitare, variante Delta permettendo, di essere sottoposti a test e/o quarantene quando viaggiano all’interno dell’Ue, contribuendo così al graduale ripristino della libertà di circolazione nell’Unione, di fatto coartata dalle restrizioni introdotte dagli Stati per ragioni di salute pubblica.

Da domani, quando entrerà in vigore il regolamento in tutti i 27 Paesi membri (l’Irlanda è in ritardo a causa di un attacco informatico), il Pass sarà un diritto per tutti i cittadini Ue che abbiano i requisiti: vale per chi è stato vaccinato, per chi è guarito dal covid-19 e per chi si sottopone a un test e risulta negativo. Il pass viene rilasciato dalle autorità nazionali gratuitamente, in formato digitale o cartaceo: per i certificati già emessi da Stati o regioni, è previsto un periodo di 6 settimane perché possano essere resi compatibili con il modello Ue. Il Pass è dotato di un codice Qr che ne garantisce l’autenticità in tutta l’Ue.

Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass e che fornisce le chiavi digitali che consentono la validità transfrontaliera, è operativo da inizio giugno e alcuni Paesi hanno già iniziato da settimane a rilasciare certificati. Se ottenere il Pass è un diritto, il suo utilizzo varia però da Stato a Stato. Ecco i dettagli.

VACCINATI
Il Pass sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l’ultima dose di vaccino anti-Covid. A partire da quel giorno, le persone pienamente vaccinate, cioè con due dosi per AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e con una dose per Janssen (J&J), che detengono il certificato, dovrebbero essere esentate, in viaggio, da test e quarantene. Lo stesso dovrebbe valere per le persone che sono guarite e che hanno ricevuto una sola dose di vaccino, considerata sufficiente per essere protetti dalla malattia.

Un Paese è libero di scegliere di riconoscere e rilasciare il Pass anche dopo la prima dose, ma ogni Stato può decidere di comportarsi come crede, può cioè riconoscerlo o meno (con il diffondersi della variante Delta, è meno probabile che il pass con una sola dose sia riconosciuto). Se uno Stato membro accetta una prova di vaccinazione per rimuovere le restrizioni all’interno dopo la prima dose, allora deve accettare anche i pass Ue per i vaccini, alle stesse condizioni. Il pass vale per i cittadini Ue vaccinati con vaccini autorizzati dall’Ema; gli Stati possono decidere, se credono, di riconoscere altri vaccini, autorizzati dagli Stati con l’autorizzazione di emergenza (come il russo Sputnik dall’Ungheria).

GUARITI
Le persone guarite dalla Covid-19 dovrebbero essere esentate da test e/o quarantene nei 180 giorni successivi al test Pcr positivo, che attesta l’avvenuta infezione (la validità del certificato è a partire dall’undicesimo giorno dopo il test, una volta terminato il periodo di contagiosità).

TEST
Per chi non è vaccinato né guarito, allora resta il test, che il pass certifica e che viene così riconosciuto anche all’estero, a differenza di quanto accaduto finora (non tutti i Paesi riconoscevano i test fatti all’estero).Per i test viene proposto un periodo di validità standard (oggi ogni Paese stabilisce la validità autonomamente): per i test Pcr o molecolari la validità è di 72 ore, mentre per quelli rapidi antigenici è di 48 ore. Quelli rapidi, considerati sempre più affidabili, vengono raccomandati, ma gli Stati sono liberi di scegliere se accettarli o no ai fini del Pass. Mentre i test si pagano, però, i vaccini sono gratuiti: questo elemento di discriminazione oggettiva non è stato rimosso nei negoziati tra Parlamento e Consiglio, a causa della ferma opposizione del secondo a imporre la gratuità dei tamponi. La Commissione ha stanziato 100 mln di euro aggiuntivi per aiutare gli Stati a dotarsi test rapidi e abbassarne così il prezzo. Il certificato non viene rilasciato in presenza dell’esito di un test fai-da-te, impossibile da certificare.

FAMIGLIE CON MINORI
Per evitare di separare i nuclei familiari alla frontiera, i minorenni che viaggiano con genitori esentati dall’obbligo di quarantena, per esempio perché sono vaccinati, dovrebbero essere esentati anche loro dalla quarantena. I bambini sotto i 6 anni di età sono esentati anche dai test: quelli dai 6 anni in su, però, dovranno sottoporsi a test, cosa che fa salire il budget dei viaggi transfrontalieri per le famiglie con figli al seguito.

FRENO D’EMERGENZA
Viene previsto un meccanismo di freno d’emergenza: gli Stati dell’Ue non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati, come quarantena, autoisolamento o test, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica“. Si dovrà tenere conto delle prove scientifiche, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)“.

Le misure restrittive dovranno essere notificate, se possibile, con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà ricevere un preavviso di appena 24 ore. Si vedrà se queste regole verranno rispettate: la Germania le ha già ‘infrante’, quando però non erano ancora in vigore, vietando da ieri i viaggi dal Portogallo, considerato zona a rischio per la variante Delta, senza preventivamente informare gli altri Stati membri.

 

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