Autore Redazione
giovedì
8 Luglio 2021
14:49
Condividi
Cronaca - Alessandria

Solvay: “Stop Pfas negli Usa? Qui prodotti diversi ma stessa sensibilità per salute e ambiente”

Solvay: “Stop Pfas negli Usa? Qui prodotti diversi ma stessa sensibilità per salute e ambiente”

ALESSANDRIA – Non si è fatta attendere la replica dell’azienda Solvay alla richiesta di Legambiente, in particolare di Claudio Lombardi, di sospendere la produzione di Pfas anche nello stabilimento di Spinetta Marengo. Lombardi aveva infatti citato un documento dello scorso 5 maggio della stessa multinazionale che adottava proprio questa decisione per i propri impianti negli Stati Uniti. 

“Stupisce che un comunicato Solvay, risalente al maggio scorso e relativo all’annuncio del lancio di tecnologie non fluorosurfattanti negli USA, sia stato interpretato come l’indicazione di una condotta diversa di Solvay in Italia” ha replicato l’azienda “Quanto annunciato per l’impianto di West Deptford negli Stati Uniti è esattamente in linea con quanto si sta facendo da anni a Spinetta Marengo: investire in ricerca e innovazione per produzioni sostenibili. La divisione ricerca e sviluppo fluoropolimeri è la stessa, per gli USA e l’Italia, e il capitolo PFAS è affrontato in maniera coordinata. Non vi sono differenze di priorità o di sensibilità nei confronti della salute e dell’ambiente in nessuna parte del mondo in cui opera Solvay. Semmai vi sono tipologie differenti di produzioni che richiedono l’adozione di tecnologie adeguate all’interno di un percorso condiviso di transizione, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le componenti sociali, per continuare a realizzare prodotti fondamentali per la sostenibilità della nostra Società”.

“La produzione del sito in USA” ha quindi precisato Solvay è molto più limitata e riguarda una “tipologia” di prodotti che “chimicamente” hanno reso possibile l’eliminazione dei tensioattivi fluorurati annunciata a maggio. I prodotti realizzati a Spinetta Marengo sono diversi, più sofisticati e richiedono un tensioattivo fluorurato. Proprio per questo ne è stato sviluppato uno di nuova generazione, il C6O4, più sostenibile dei precedenti, che non è biopersistente, non è bioaccumulabile e ha un profilo tossicologico migliore rispetto al PFOA. L’utilizzo del PFOA è stato abbandonato completamente nel 2013, con ben due anni di anticipo rispetto ai programmi internazionali ai quali Solvay ha aderito volontariamente”.

Secondo Solvay la ricerca sviluppata per Spinetta Marengo fa del sito un’eccellenza tecnologica e un impianto strategico all’interno di tutto il Gruppo Solvay. L’investimento di oltre 20 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di abbattimento per osmosi inversa in corso di realizzazione, è solo l’ultimo degli ingenti investimenti economici effettuati da Solvay a Spinetta Marengo per ridurre le emissioni al minimo tecnico, oltre quanto consentono le migliori tecnologie disponibili già in utilizzo. Quanto Solvay sta operando a Spinetta Marengo non è quindi in contrasto con quanto annunciato negli Usa. Occorre precisare che il C6O4 non viene dismesso dagli USA perché il C6O4 non è mai stato utilizzato negli USA. Infatti, oltre che a Spinetta Marengo, in nessun’altra parte del mondo sono disponibili le tecnologie adeguate all’utilizzo del C6O4. La recente autorizzazione integrata ambientale per l’estensione della produzione di C6O4 – giunta al termine di un articolato iter autorizzativo e comprendente la ben nota serie di prescrizioni che Solvay sta adempiendo – non può che essere interpretata come un provvedimento che vuole coniugare sviluppo, attenzione alla salute delle persone e rispetto per l’ambiente e il territorio, e non può essere strumentalmente utilizzata per dimostrare la presunta esistenza di un atteggiamento contradditorio in Solvay o nelle Istituzioni”. 

Condividi