13 Luglio 2021
17:04
Anaao preoccupata per ferie comparto sanitario: “Rischio difficoltà per pronto soccorso e liste attesa”
PIEMONTE – Un film già visto che nemmeno la lezione della pandemia ha cambiato: “con l’estate e le ferie estive di medici e operatori sanitari, molti servizi ospedalieri vanno in difficoltà. A partire dai pronto soccorso, dove sono più evidenti. Ma ci sono problemi anche in tutti i servizi dove gli specialisti sono notoriamente pochi, come la pediatria, le terapie intensive, l’ortopedia“. E le difficoltà riguardano anche “le liste d’attesa, già in affanno per il recupero di visite ed esami perduti per l’emergenza Covid. Come ogni anno l’estate arriva, non è un imprevisto. E ancora una volta ci coglie impreparati“. A tracciare il quadro degli ospedali italiani, a livello nazionale, è Chiara Rivetti, segretario regionale dell’associazione dei medici ospedalieri Anaao Assomed Piemonte.
“I medici ospedalieri, tra l’alto provati da molti mesi di lavoro in prima linea e con la prospettiva di un nuovo autunno da affrontare – spiega Rivetti – in estate possono usufruire, da contratto, di un massimo di 15 giorni di ferie, tra giugno e settembre. Non parliamo quindi di tantissimi giorni. Eppure, per quanto organizzati, questi giorni di necessario riposo mettono in difficoltà un sistema estremamente fragile a causa di una carenza cronica di personale. Nel 2018 avevamo già 6.200 medici ospedalieri in meno in Italia rispetto al 2009, la questione dell’organico ridotto negli ospedali ha radici ‘antiche’. E la situazione non è cambiata, tra il blocco del turnover di questi anni e le scarse assunzioni che a mala pena rimpiazzano i pensionamenti“.
Anche sulle assunzioni fatte per l’emergenza Covid non si può contare. “Si trattava di contratti a tempo – precisa Rivetti – scaduti e non rinnovati nella maggior parte delle regioni“. Tutto questo crea un pericoloso mix. “A soffrire di più – evidenzia l’esponente Anaao – sono i reparti che hanno più carenze, in primis il pronto soccorso che deve garantire l’assistenza alla popolazione al 100% e non può certo chiudere. E per seguire i turni in pronto soccorso devono fare turni nei Dea i medici delle chirurgie o delle medicine che pure hanno carenze di base. Si risolve chiudendo, in alcuni casi, i servizi. Come è accaduto in Piemonte con la chiusura di ambulatori che avrebbero dovuto smaltire le liste d’attesa, allungate dai blocchi dovuti all’emergenza Covid. È un cane che si morde la coda“.
Niente di nuovo, ribadisce Rivetti, perché “tutto nasce da una carenza di personale importante, pre-Covid, contro la quale, come sindacato Anaao, abbiamo sempre chiesto di: assumere, bandire concorsi e cercare di completare gli organici dei reparti, ridotti e depauperati negli ultimi 10 anni, ma anche di coinvolgere gli specializzandi del quarto e del quinto anno“.