Autore Redazione
giovedì
15 Luglio 2021
05:00
Condividi
Cronaca - Alessandria

In Piemonte consumati altri 439 ettari di terreno fertile

In Piemonte consumati altri 439 ettari di terreno fertile

PIEMONTE – Nel 2020 il Piemonte ha consumato altri 439 ettari di suolo fertile. Il consumo di suolo in Piemonte ora è di circa 169.400 ettari, pari quindi al 6.67 % della superficie totale regionale (circa 2.540.000 ettari).

La percentuale è inferiore al dato medio nazionale di consumo di suolo, pari al 7,1 % ed è tra i più bassi del nord-Italia, in particolare rispetto alle regioni confinanti: Lombardia (12,1%), Emilia Romagna (8,9%) e Liguria (7,2%).

I nuovi consumi registrati nel 2020 e pubblicati da Arpa sul portale realizzato in collaborazione con Ispra, collocano però il Piemonte al quarto posto tra le regioni con il maggior incremento di consumo di suolo.

Gli incrementi maggiori sono avvenuti in Lombardia con 765 ettari in più, Veneto 682 ettari e Puglia con 493 ettari. In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente ,  il valore registrato in Piemonte è pari allo 0,26%, poco sopra i valori medi calcolati a scala nazionale (0,25%).  I valori più elevati sono in Abruzzo (+0,46%), Molise (+0,37%), Sardegna (+0,32%) e Veneto (+0,31). La Valle d’Aosta è la regione con il consumo inferiore, anche se in crescita rispetto allo scorso anno, con 14 ettari in più. Umbria e Liguria sono le altre regioni che, quest’anno, hanno avuto incrementi inferiori ai 50 ettari.

Il processo di consumo di suolo, come si legge sul sito di Arpa Piemonte, s”egue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, dalle aree dense della conurbazione di Torino e dei molti comuni di prima e seconda cintura, alle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia e dell’eporediese, alle aree a moderata urbanizzazione in molti settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione fino alle realtà del consumo frammentario, polverizzato ma diffuso di molte aree pedemontane e collinari come Langhe e Monferrato”.

I vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.

La distribuzione regionale del consumo di suolo non è omogenea ed anche a livello di distribuzione provinciale si riscontrano significative differenze sia in termini di superfici assolute (chiaramente funzione della dimensione territoriale della provincia) sia percentuali.

In termini assoluti, la provincia di Torino con oltre 58.237 ettari di superficie consumata è la provincia con il valore più alto, seguita nell’ordine da Cuneo (36.456 ha), Alessandria (25.140 ha), Novara (14.747 ha), Asti (10.930 ha) Vercelli (10.332 ha), Biella (7.223 ha) e in ultima posizione dalla provincia del Verbano Cusio Ossola, con un valore di quasi un ordine di grandezza inferiore rispetto a Torino (circa 6.328 ha).

La provincia di Torino si conferma quindi come l’area che contribuisce maggiormente al fenomeno di consumo complessivo regionale incidendo per il 34 % seguita da Cuneo (22%), Alessandria (15%), Novara (9 %), Asti e Vercelli (6%), Biella e Verbano Cusio Ossola (4%).

Analizzando invece i valori percentuali di ciascuna provincia (calcolati rispetto alla superficie totale provinciale) risulta che la provincia con il valore più elevato è quella di Novara che, con circa l’11 % di suolo consumato, supera Torino al 8,5%. Al terzo posto si colloca invece la provincia di Biella (7,9%), seguita in ordine da Asti (7,2%), Alessandria (7,1%), Cuneo (5,3%), Vercelli (5%) e VCO (2.8%).

La distribuzione del suolo consumato percentuale su base comunale indica che il 27% dei comuni piemontesi (321 comuni) ricade nella classe con percentuale di consumo maggiore al 9%, il 22% (236 comuni) con percentuale maggiore/uguale al 10% e il 4% con percentuale consumo maggiore/uguale al 20%. Risalta la provincia di Torino dove 6 comuni hanno una percentuale di consumo maggiore/uguale al 40% e 3 al 50%.

Per quanto concerne i nuovi consumi registrati nel 2020, l’ incremento, scrive ancora Arpa, deriva principalmente da fenomeni di consumo di suolo reversibile, in gran parte ascrivibili ad aree di cantiere più o meno estese: queste situazioni dovranno quindi essere monitorate nei prossimi anni per valutare l’evoluzione dei processi finali di trasformazione e quindi il potenziale passaggio all’impermeabilizzazione definitiva e quindi ad uno stato di consumo di suolo permanente, piuttosto che ad un effettivo recupero del suolo naturale”.

La provincia di Torino ha fatto registrare l’aumento maggiore con ben 162 ha di nuova impermeabilizzazione dei suoli, secondo maggior incremento rispetto al periodo 2015-2020. Seguono la provincia di Novara con 112 ha, che registra in quest’anno la variazione maggiore del periodo di studio; la provincia di Cuneo con 80 ha invece, fatto salvo un leggero aumento rispetto al 2018-2019, presenta una controtendenza rispetto alle altre province, così anche Asti, VCO e Vercelli.

Sul piano percentuale gli incrementi rilevati vedono le province di Torino e Cuneo rispettivamente allo 0,28% e 0,22%, mentre Asti, Alessandria, Biella e Verbano risultano tutti inferiori allo 0,2 %. Novara con lo 0,77% conferma l’andamento rilevato in valore assoluto e si pone come la provincia con maggior aumento del consumo nel periodo 2019-2020. Tale situazione deriva principalmente da alcune significative trasformazioni inerenti la creazione o l’ampliamento di poli logistici quali ad esempio il polo Amazon di Novara ovest (circa 13 ettari), il nuovo logistico di Trecate (circa 40 ettari) o cantieri connessi a nuova viabilità (es. comune di Cameri e Briona).

 

 

 

 

 

Condividi