15 Luglio 2021
11:50
Stato di agitazione alla Ibl di Coniolo. I sindacati chiedono il dialogo
CONIOLO – I lavoratori della IBL di Coniolo, azienda di produzione industriale di compensati in legno, sono stato di agitazione e pronti a dare battaglia. Lo hanno comunicato Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil per la situazione dei dipendenti, che hanno dovuto subire la Cassa Integrazione per il Covid 19. Questi lavoratori, spiegano i sindacati, non hanno più ricevuto alcun compenso che incentivi la produttività (premio di produzione) e tutto questo ha notevolmente ridotto la capacità del potere d’acquisto dei loro salari in una zona, quella del casalese, già notevolmente colpita dagli effetti della crisi e dalle chiusure di importanti siti produttivi. Le trattative con l’azienda non sono mai iniziate e questo ha portato allo stato di agitazione che le parti sociali sperano di ricomporre con una disponibilità al dialogo da parte della proprietà.
La ditta I.B.L. di Coniolo, infatti, chiariscono i sindacati, ha attraversato momenti di difficoltà piuttosto complicati ma vive oggi una situazione sicuramente favorevole. “Gli ordini non mancano, la produzione è considerevolmente aumentata e si fa ricorso a nuove assunzioni attraverso le agenzie di lavoro interinale piuttosto che assunzioni a termine. Tutto questo dimostra che la crisi è passata e che il solo punto critico è legato alla fornitura della materia prima che spesso non riesce a soddisfare le richieste del mercato. La crisi che abbiamo lasciato alle spalle è stata superata anche e soprattutto grazie al lavoro delle operaie, degli operai e di tutte le maestranze che, durante la fase dura della pandemia, hanno vissuto periodi di cassa integrazione Covid 19 che ne ha ridotto anche pesantemente le retribuzioni reali“.
Naturalmente l’emergenza legata alla pandemia, confessano le parti sociali, hanno prodotto “perdite, ma da oltre un anno queste perdite si sono notevolmente ridotte e la tendenza si è completamente invertita. Le lavoratrici ed i lavoratori dell’I.B.L. che hanno dovuto subire la Cassa Integrazione per il Covid 19, non hanno più ricevuto alcun compenso che incentivi la produttività (premio di produzione) ed è stato quindi chiesto all’azienda di aprire una trattativa per l’istituzione di un premio di produzione che possa restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori, almeno in parte, lo sforzo che hanno fatto in favore dell’azienda ma l’I.B.L. non ci vuole sentire. Ci è stato risposto che non è intenzione dell’I.B.L. discutere e tanto meno distribuire qualsiasi forma di incentivo se non pochi euro solo a coloro che l’azienda ritiene meritevoli, senza confronto, senza contraddittorio, senza logica, per dirla con una parola un po’ forte ma che rende perfettamente l’dea: solo ai ruffiani. L’atteggiamento dell’I.B.L. non ci piace e lo riteniamo sbagliato, per l’interesse dell’azienda stessa, dei lavoratori e di tutto il tessuto economico casalese“. Ora si attende un cambio di atteggiamento della proprietà per ricomporre le tensioni.