17 Luglio 2021
10:59
Dalla Grecia alla Val Brembana. Recensione di “Lisistrata on air” a Valenza Estate21
VALENZA – “Lisistrata è un esempio di società alla rovescia dove le donne determinano le sorti del mondo”. Nella rilettura di Roberto Tarasco e della Compagnia Piccolo Canto la guerra del sesso delle donne greche per ottenere la pace è molto vicina a noi e travalica barriere geografiche e temporali. Lo spettacolo è stato presentato in anteprima assoluta ieri 16 luglio nell’ambito del programma all’ Arena Carducci, realizzato dalla Cooperativa CMC/Nidodiragno in collaborazione con il Comune di Valenza – Assessorato ai Beni Culturali e Manifestazioni, che fa parte del cartellone Valenza Estate21.
I prossimi appuntamenti della rassegna saranno oggi, sabato 17 luglio, “Redsnaks”, musica per chitarra del chitarrista e compositore valenzano , e domenica 18 luglio, la terza edizione di “Teatro per gioco”. Il programma completo su www.valenzateatro.it/info/
“Lisistrata on air” è una lettura scenica che diventa concerto, per ritornare ad essere dialogo e canto polifonico che ricalca canti finlandesi, ungheresi e del sud Italia, universali ed eterni come la storia della “donna che dilegua gli eserciti”. Nella commedia di Aristofane le donne delle diverse polis in guerra tra loro si alleano nel patto non violento di negarsi ai mariti, sino al raggiungimento della pace, superando diversità in nome di un bene comune. Il testo, riscritto e rielaborato dalle attrici-cantanti della Compagnia Piccolo Canto e da Tarasco, vola “dalla Grecia alla Val Brembana”, avvalendosi di dialetti del nord che segnano differenze e, tuttavia, si fondono in una polifonia globale. Barbara Menegardo, Francesca Cecala, Miriam Gotti, Ilaria Pezzera e Swewa Schneider parlano e battibeccano in bergamasco, veneto, bresciano e cimbro, una variante del tedesco (etimo della protagonista spartana e, sebben ostico, a tratti esilarante). Non è solo una trasposizione geografica, dove l’acropoli di Atene diventa “Bèrghem de hura” e dove la dea invocata è Santa Atalanta, ma un’universalizzazione attraverso un’operazione canora e linguistica, tanto da ricordare l’uso del dialetto grammelot di Testori e Dario Fo e la sua forza espressiva. Gli istinti, la ragione, la carne, l’intelletto e una vena spirituale trovano una sintesi nella perfetta intesa corale delle protagoniste, che divertono, stupiscono con i loro passaggi canori e con le loro incursioni nella cultura popolare. Così le valli bergamasche ricordano la Grecia antica, ma evocano anche la maschera autoctona di Arlecchino, figura in origine demoniaca e appartenente ad un mondo magico-spirituale. Così le donne delle polis lombardo-venete diventano Harlequins, le femmine che cavalcavano con la dea della morte Hel, durante le cacce notturne, per tornare poi ad essere eroine di tutti i giorni, forti e determinate. Tutto è collegato con una logica drammaturgica ferrea e con l’adesione ai canoni della commedia, che diverte e disvela. Non tutto è in dialetto, le parentesi in lingua italiana riguardano la contemporaneità in senso stretto e si legano alla produzione massiva di armi proprio nella regione lombarda, alle spese per gli armamenti e al paragone con la miserabile spesa per la cultura del nostro paese. La guerra non è così remota e sono tanti i motivi per cui le protagoniste invitano il pubblico a indignarsi e a non adagiarsi davanti alla tv, in un anelito di dignità e di solidarietà necessario in ogni tempo.
Uno spettacolo trascinante, dal ritmo allegro e viscerale, dalla drammaturgia coerente che comprende tanti spunti e li riallaccia con logica stringente al tema principale. Una bella prova per le attrici-cantanti della Compagnia Piccolo Canto, che, dopo il loro primo spettacolo “Piccolo canto di resurrezione”, hanno trovato in Roberto Tarasco la collaborazione perfetta per una drammaturgia calibrata perfettamente su di loro e su un testo che sa di eterno. Da vedere assolutamente.