Autore Redazione
sabato
31 Luglio 2021
00:05
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Cronaca - Alessandria

Il santo del giorno del 31 luglio è San Ignazio di Loyola

Il santo del giorno del 31 luglio è San Ignazio di Loyola

RADIOGOLD – Il 31 luglio la Chiesa celebra San Ignazio di Loyola. Nato nella casa torre di Loyola, comprensorio municipale di Azpeitia, nella provincia basca di Guipúzcoa, il 23 ottobre 1491, era il minore della numerosa famiglia di 13 figli di Beltrán Yáñez de Oñaz y Loyola e Marina Sáenz de Licona y Balda.

Il padre era stato soldato al servizio di Enrico IV, dei Re cattolici e di Giovanni II e proprio per la sua fedeltà alla corona venne nominato dal re proprio vassallo con una rendita annuale di duemila maravedís dalle ferriere di Barrenola e Aranaz e il diritto di patronato sulla parrocchia di Azpeitia. Svezzato da una nutrice nel casolare di Eguibar, vicino a Loyola, San Ignazio crebbe sotto le attenzioni del fratello Martín e della cognata Magdalena Araoz. Rimasto orfano dei genitori, nel 1506 venne mandato nella città di Arévalo, alla corte del ministro delle finanze del re Fernando il Cattolico, per ricevere un’educazione cavalleresca e religiosa. Il futuro santo rimase in casa del ministro per 11 anni, sino al 1517.

Con la morte del re Fernando la situazione della famiglia Velazquez, che lo ospitava, precipitò in breve tempo. La regina Germana sollecitò il nuovo re, Carlo I, a concederle le cittadine di Arévalo e Olmedo, proprietà del ministro delle finanze il quale, ritenendo tale decisione un sopruso e una violazione dei suoi diritti, si ribellò inutilmente al re perdendo ogni suo possesso.

San Ignazio di Loyola aveva 26 anni quando, abbandonata la famiglia Velazquez, raggiunse il palazzo a Pamplona di Antonio Manrique de Lara, duca di Najera e viceré di Navarra, per rimanere per tre anni come cavaliere armato (mesnadero) al suo servizio durante il quale assisté allo sbarco della nave che conduceva in Spagna il nuovo re Carlo I, il futuro imperatore Carlo V d’Asburgo, allora appena 17enne. San Ignazio combatterà poi in numerose battaglie al servizio del re. Rimanendo durante uno scontro gravemente ferito.

Dopo 15 giorni di degenza a Pamplona San Ignazio venne trasportato in barella alla casa paterna. Qui iniziò una lenta e difficile riabilitazione. Nei giorni in cui fu costretto a un’esasperante immobilità, rimase a letto leggendo. Gli vennero dati la Vita Christi, del certosino Landolfo di Sassonia e il Flos sanctorum, le celebri vite dei santi composte dal domenicano Jacopo da Varazze. Queste letture portarono San Ignazio a una profonda e veritiera conversione sino a quando il 25 marzo 1522 decise di entrare nel monastero di Manresa, in Catalogna. Qui San Ignazio praticò un severo ascetismo che causò un indebolimento del suo fisico e dello spirito tanto da pensare al suicidio. Nel 1523 raggiunse Venezia e si imbarcò per Gerusalemme, dove visitò i luoghi santi.

Tornato in Spagna con il desiderio di abbracciare il sacerdozio, riprese gli studi a Barcellona, poi presso l’Università di Alcalá dove, per il suo misticismo, fu sospettato di essere un alumbrado e fu tenuto in carcere dall’Inquisizione per quarantadue giorni. Si trasferì quindi a Salamanca e poi, per completare la sua formazione, a Parigi, dove arrivò il 2 febbraio 1528. Il 15 agosto del 1534, San Ignazio e altri sei studenti Pierre Favre (francese), Francesco Saverio, Diego Laínez, Alfonso Salmerón, Nicolás Bobadilla (spagnoli), e Simão Rodrigues (portoghese) si incontrarono a Montmartre, vicino a Parigi, legandosi reciprocamente con un voto di povertà, castità e obbedienza e fondando un ordine a carattere internazionale chiamato con un termine d’origine militare la Compagnia di Gesù.

Nel 1537 San Ignazio e i suoi seguaci si recarono in Italia per ottenere l’approvazione papale per il loro ordine religioso che venne concesso da Papa Paolo III. L’emblema dell’ordine era un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Gesù. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della Passione. Sempre nel 1548, Ignazio fondò a Messina il primo Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso Primum ac Prototypum Collegium ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis, prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento che i gesuiti fonderanno con successo nel mondo.

San Ignazio che soffriva di una acuta colecistopatia, la sera del 30 luglio del 1556 sentì prossima la morte e chiese i conforti religiosi e la benedizione del Papa ma il suo segretario rimandò la soddisfazione del suo desiderio al mattino dopo cosicché Ignazio morì senza ricevere i sacramenti dei moribondi nella mattina del 31 luglio 1556, all’età di 65 anni. Venne canonizzato il 12 marzo 1622. Il 23 luglio 1637 il suo corpo fu collocato in un’urna di bronzo dorato, nella Cappella di Sant’Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma. La statua del Santo, in argento, realizzata da Pierre Legros. La festa religiosa viene celebrata il 31 luglio, giorno della sua morte.

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